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giovedì 30 agosto 2012
romanticismo.
le fragoline di bosco, come ricordo di un passato. un passato prossimo che ovviamente non potrà essere futuro.
mentre ero in Giappone, delle amiche italiane mi raccontavano che avrebbero desiderato trovare, al loro ritorno, la persona che amano con un mucchio di palloncini colorati ad accoglierle. A me è venuto da ridere che quasi sono stata maleducata.
Sono così abituata a una vita senza miele che mi schifa anche la normalità, il chiamarsi "amore", il benedetto parlare al plurale, di un noi che sa di ferita, per me.
mi sono così abituata a vivere senza zuccheri aggiunti, senza glutine, senza lattosio che mi sono scordata il valore di quella dolcezza che dovrebbe far parte della vita o, almeno, dell'amore.
ho amato senza amore per troppo tempo, sostituendo le e-mail alle lettere, il riso alla pasta, la soia al latte, le battute alle tenerezze.
sono capace di amare solo love-free. intollerante a ogni dimostrazione d'amore e di cura.
un rifiuto che la mia mente ha a una cosa che in realtà non mi farebbe male.
io le fragoline di bosco posso mangiarle, e posso mettere mezza bustina di zucchero di canna nel caffè, e posso accettare che mi si scostino i capelli dal viso, che mi si baci la fronte e mi si accarezzi la schiena per farmi addormentare.
posso essere in grado di vivere, senza fuggire, un'appartenenza che mi appartiene.
e se cado, almeno, posso pensare di averci messo tutto il bello che ho.
tanto per non sentire di non avere niente di bello da donare.
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lunedì 23 gennaio 2012
Anno nuova, vita nuova, si diceva.
Una specie di vaso graduato, una luce bianca, un tubicino di metallo lungo 30 cm e spesso quanto una punta da trapano del 4, un lettino e un sacco pieno di liquido.
Dolore e un po' di spavento, poi un calmante in circolo, i polsi legati che fan ridere.
Sono passati 10 giorni ed è ancora il primo mese di un anno che vorrei iniziare con grinta con la spinta di una novità tanto voluta.
Chi non mi conosce non sa chi ero prima di questa stramba donna di quasi 30 anni, chi ero prima di iniziare a capire che dovevo imparare a vivere e non solo.
A 1o anni ero una bambina triste, con lunghissimi capelli rossi e troppo grasso intorno.
A 12 anni mi nascondevo sotto il busto di gesso che mi ha accompagnata per più di due anni
A 14 anni mi abbuffavo quasi di nascosto tutti i pomeriggi
A 16 anni mi abbuffavo quasi di nascosto tutti i pomeriggi
A 18 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 20 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 22 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 24 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi e anche la notte.
A 25 anni avevo un fidanzato stupendo, ero una brava studentessa universitaria, avevo molti sogni, un carattere pessimo, tanti amici, e mi abbuffavo tutti i pomeriggi e anche di notte.E superavo i 90 kg di un po'. Fino a quando il 22 gennaio non mi sono iscritta a un forum e ho iniziato a capire, capirmi, lottare, dimagrire e guarire.
A 26 anni non mi abbuffavo più.
A 27 anni ho raggiunto un peso che mi metteva di diritto nel mondo dei "normopeso".
Oggi è il 23 gennaio del 2012 ho quasi 30 anni, e sono una donna tondina, che non si schioda dal range del normopeso, che si guarda allo specchio controvoglia, almeno se non indossa un corsetto stretto.
Oggi è il 23 gennaio e ho quasi 30 anni, e sono tondina, e non mi schiodo dal normopeso, e mi guardo allo specchio controvoglia perché indosso una guaina che protegge la mia pancia appena operata. Protegge quello che non ho mai voluto vedere. Quello che in questi anni di "normalità" mi ha accompagnata ogni ora, ogni minuto, ogni secondo della mia esistenza, quel monito persistente di quello che ero e non sono più.
La mia normalità passa attraverso questo, adesso.
Attraverso la pelle livida di una pancia che non c'è più.
Ciao punto vita, ciao addome liscio, ciao monte di venere.
Ciao Nuova Piccola Beatrice.
Dolore e un po' di spavento, poi un calmante in circolo, i polsi legati che fan ridere.
Sono passati 10 giorni ed è ancora il primo mese di un anno che vorrei iniziare con grinta con la spinta di una novità tanto voluta.
Chi non mi conosce non sa chi ero prima di questa stramba donna di quasi 30 anni, chi ero prima di iniziare a capire che dovevo imparare a vivere e non solo.
A 1o anni ero una bambina triste, con lunghissimi capelli rossi e troppo grasso intorno.
A 12 anni mi nascondevo sotto il busto di gesso che mi ha accompagnata per più di due anni
A 14 anni mi abbuffavo quasi di nascosto tutti i pomeriggi
A 16 anni mi abbuffavo quasi di nascosto tutti i pomeriggi
A 18 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 20 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 22 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi
A 24 anni mi abbuffavo di nascosto quasi tutti i pomeriggi e anche la notte.
A 25 anni avevo un fidanzato stupendo, ero una brava studentessa universitaria, avevo molti sogni, un carattere pessimo, tanti amici, e mi abbuffavo tutti i pomeriggi e anche di notte.E superavo i 90 kg di un po'. Fino a quando il 22 gennaio non mi sono iscritta a un forum e ho iniziato a capire, capirmi, lottare, dimagrire e guarire.
A 26 anni non mi abbuffavo più.
A 27 anni ho raggiunto un peso che mi metteva di diritto nel mondo dei "normopeso".
Oggi è il 23 gennaio del 2012 ho quasi 30 anni, e sono una donna tondina, che non si schioda dal range del normopeso, che si guarda allo specchio controvoglia, almeno se non indossa un corsetto stretto.
Oggi è il 23 gennaio e ho quasi 30 anni, e sono tondina, e non mi schiodo dal normopeso, e mi guardo allo specchio controvoglia perché indosso una guaina che protegge la mia pancia appena operata. Protegge quello che non ho mai voluto vedere. Quello che in questi anni di "normalità" mi ha accompagnata ogni ora, ogni minuto, ogni secondo della mia esistenza, quel monito persistente di quello che ero e non sono più.
La mia normalità passa attraverso questo, adesso.
Attraverso la pelle livida di una pancia che non c'è più.
Ciao punto vita, ciao addome liscio, ciao monte di venere.
Ciao Nuova Piccola Beatrice.
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lunedì 9 gennaio 2012
4
il 4 gennaio è passato da un poco, ma la mia vita troppo veloce non mi ha lasciato tempo se non per una telefonata.
Questo blog compie 4 anni, di vita, lacrime, sorrisi ed emozioni.
4 lunghi anni nei quali la mia vita è stata presa e rivoltata come una calzino di continuo, nei quali sono diventata femmina, ho imparato a usare i tacchi e girare le corde, a stare su un palco e stringere il corsetto fino a sentire un crick delle fluttuanti, a tradurre, scrivere, comunicare, cucinare la polenta, e tenere tra le braccia le persone.
4 anni che mi hanno insegnato che devo correre e avere il fiatone per sentirmi viva, ché se il cuore non mi batte all'impazzata non riesco a ricordare di possederne uno.
Il 4 gennaio del 2008 era anche il giorno di una fine troppo importante, che si è rivelata un inizio.
Buon amiciversario, anche se in ritardo, Del Campo, doppiato Capo Horn possiamo dirci finalmente liberi di essere "solo" amici.
Questo blog compie 4 anni, di vita, lacrime, sorrisi ed emozioni.
4 lunghi anni nei quali la mia vita è stata presa e rivoltata come una calzino di continuo, nei quali sono diventata femmina, ho imparato a usare i tacchi e girare le corde, a stare su un palco e stringere il corsetto fino a sentire un crick delle fluttuanti, a tradurre, scrivere, comunicare, cucinare la polenta, e tenere tra le braccia le persone.
4 anni che mi hanno insegnato che devo correre e avere il fiatone per sentirmi viva, ché se il cuore non mi batte all'impazzata non riesco a ricordare di possederne uno.
Il 4 gennaio del 2008 era anche il giorno di una fine troppo importante, che si è rivelata un inizio.
Buon amiciversario, anche se in ritardo, Del Campo, doppiato Capo Horn possiamo dirci finalmente liberi di essere "solo" amici.
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mercoledì 21 dicembre 2011
a ucca l'amma
In chat con la ragazza deliziosa che da mesi, ormai, condivide pezzi di esistenza con me, attraverso suoni e immagini.
Un link a un sito, un semplice link di quelli che ci scambiamo di continuo, apre un mondo.
Il cuore si squarcia, la pancia fa male.
Eppure, forse, non è del tutto così.
Quelle immagini colpiscono in quel piccolo punto sensibile, quello nel quale vive il dolore, quello di quando ti vergognavi alle recite dell'asilo, di quando la maestra ti rimproverava, di quando, al liceo, dovevi chiedere a quella ragazza carina se aveva voglia di baciarti, di quando anni dopo ti è successa la stessa cosa, con quella ragazza con gli occhi nocciola che sembrano girasoli.
Il luogo delle carezze mai date, delle gaffe in pubblico, del lavoro perso, di quella volta che hai vinto la gara di corsa, e di quell'altra quando in mezzo al pubblico che ti guardava c'era lui, con quel naso bellissimo.
Quel punto, e forse ve l'ho già raccontato, che ha un nome solo nella mia lingua natia, quella di mia mamma e di mia nonna, di quando mamma mi diceva mi faccio l'acqua ugghiuta c'addauru( il canarino, con limone alloro e tanto zucchero), perchè ho mal di stomaco.
Mi fa male "a ucca l'amma".
La bocca dell'anima.
Che modo stupendo di chiamare un pezzetto di corpo così piccolo e così prepotentemente presente nella nostra vita.
Quelle immagini, adesso, sono piantate nella mia bocca dell'anima.
E non riesco a non pensare che quella gente, quelle facce, in quel preciso istante, avevano un peso nella propria personalissima bocca dell'anima.
Un link a un sito, un semplice link di quelli che ci scambiamo di continuo, apre un mondo.
Il cuore si squarcia, la pancia fa male.
Eppure, forse, non è del tutto così.
Quelle immagini colpiscono in quel piccolo punto sensibile, quello nel quale vive il dolore, quello di quando ti vergognavi alle recite dell'asilo, di quando la maestra ti rimproverava, di quando, al liceo, dovevi chiedere a quella ragazza carina se aveva voglia di baciarti, di quando anni dopo ti è successa la stessa cosa, con quella ragazza con gli occhi nocciola che sembrano girasoli.
Il luogo delle carezze mai date, delle gaffe in pubblico, del lavoro perso, di quella volta che hai vinto la gara di corsa, e di quell'altra quando in mezzo al pubblico che ti guardava c'era lui, con quel naso bellissimo.
Quel punto, e forse ve l'ho già raccontato, che ha un nome solo nella mia lingua natia, quella di mia mamma e di mia nonna, di quando mamma mi diceva mi faccio l'acqua ugghiuta c'addauru( il canarino, con limone alloro e tanto zucchero), perchè ho mal di stomaco.
Mi fa male "a ucca l'amma".
La bocca dell'anima.
Che modo stupendo di chiamare un pezzetto di corpo così piccolo e così prepotentemente presente nella nostra vita.
Quelle immagini, adesso, sono piantate nella mia bocca dell'anima.
E non riesco a non pensare che quella gente, quelle facce, in quel preciso istante, avevano un peso nella propria personalissima bocca dell'anima.
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martedì 13 dicembre 2011
premestruo

Ti rendi conto che i tuoi rapporti affettivi fanno acqua da tutte le parti quando un giorno ti chiama la tua compagnia telefonica e ti offre di passare all' I Phone, con soli 20 euro al mese. L'unico impedimento è la necessità di una carta di credito. E tu ci pensi, perchè cazzo sono 20 euro, che ci vuole a chiedere a qualcuno di darti la sua per garanzia?
Ci vuole che il contratto dura 24 mesi. Dei lunghissimi 24 mesi. Infiniti 24 mesi.
E tu che, come si sa, ami guardarti impunemente l'ombelico, pensi che tra 24 mesi nessuna delle tue relazioni probabilmente sarà ancora in piedi. Che alla fine non può sempre finire come con l'ex storico, che è sempre un pezzo di casa e di cuore, che magari tipo tra 2 mesi quello nuovo non ti parla più, e quell'altro lì con la barba magari boh, un giorno ci litighi davvero e non vi volete manco più guardare in faccia.
Che poi se questi pensieri li fai il giorno in cui ha pianto:
1 Ascoltando una canzone dei Tiromancino.
2 Pensando a un anniversario che quest'anno non festeggerai.
3 Parlando con un'amica che aveva avuto una notizia da strappare l'anima.
4 Accettando i complimenti di una persona che inizia a conoscerti.
5 Leggendo la pagina di wiki riguardante il ghiaccio.
6 Pensando uno spettacolo importante che farai tra qualche mese.
Capisci che sei in premestruo e non puoi scappare.
E soprattutto che non prenderai l'I Phone, ma quel cellulare scadente con dentro android che non sai come funziona ma che la tua compagnia telefonica ti offre con 1500 punti TUTTI TUOI (TUTTI TUOI mi sembra la parola chiave), anche se questo ti impedirà di avere l'unica cosa che volevi davvero dalla vita: il porta I phone a forma di coniglio, con la coda di pelo. ecco.
AGGIORNAMENTO:
Ho uno smartphone non merdullo, di buona marca, pagato poco, e con un abbonamento fatto con una compagnia che si accontenta di un conto in banca senza carta di credito.
Ovviamente tutto il merito è dell'ex storico che è sempre un pezzetto di casa.
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venerdì 2 dicembre 2011
points of view
"Nell’estate del 2008 avevo tutto nuovo. Le scarpe i pantaloni gli occhiali i quaderni, perfino i calzini. Andavo a sedermi alle scrivanie di un indirizzo che avevo paura anche solo a pronunciare. Faceva caldo, la camicia bianca nuova si appiccicava in ogni anfratto possibile, i piedi facevano male e succede sempre così quando passi dalle pantofole che si fingono scarpe alle scarpe vere. Non ero uno stagista, ero un contadino emigrante che ha dormito un mese nella stiva di una nave di un secolo fa e ha uno di tutto e tutto è nuovo e sicuramente ero elegante quando scrissi a Bea.
Non c’è un motivo. Tutte le migliori decisioni della mia vita le ho prese in istanti brevissimi. Ogni volta che ho pensato alle cose, ho sbagliato.
C’era il blog (che non esiste più). C’erano ipotesi di fantasie, c’era la voglia di giocare, c’era che in quotidiano, anche se fai lo stagista, il tempo è retrattile, fai tantissimo in pochissimo e il resto delle ore te le devi inventare. Io scrissi a Bea.
Non ho idea di cosa le scrissi. Né di cosa mi rispose subito dopo. So solo che prima non c’era, poi subito dopo c’era e si era presa uno spazio che non vedevo prima e non so come abbia fatto lei a scoprirlo io ad averlo ignorato. Una terra lontanissima ma impossibile da non vedere. Non proprio l’America, l’Australia. Non proprio Colombo, Magellano.
Ogni vero amore è esplorazione. Siamo stati una cosa fugace. Ci siamo scritti tanto. Abbiamo litigato per motivi che nemmeno ricordiamo. Abbiamo avuto prima fretta, poi paura, poi di nuovo fretta, e poi abbiamo scopertohttp://www.blogger.com/img/blank.gif che il tempo e il mondo ci lasciavano in pace se ci volevamo bene e basta. Le ho spedito le manette, e volevo dire troppe cose, con quel gesto, e così alla fine non ne ho detta nessuna. Ci volevamo troppo bene, da subito e per chimiche inspiegabili, per essere bravi giocatori. Così abbiamo trovato altri modi. Non sapremo mai niente delle cose che abbiamo lasciato per strada, e dei portoni chiusi, e delle notti troncate e delle loro conseguenze. Però possiamo dire ciao e noi al presente. E così che abbiamo barato, per vincere entrambi, ché ci sono troppi pericoli e noi almeno ci vogliamo bene. "
E' la prima volta che metto su questo blog le parole di qualcun altro.
F. (l'uomo meritevole del post precedente ha scritto per me e per chi legge questo blog come lui.
Grazie F. per avermi resa partecipe di quello che c'era dall'altra parte, in altri pensieri e altri mondi.
Grazie per avere dimostrato di essere meglio di molta gente fuori dai nostri, di mondi.
Non c’è un motivo. Tutte le migliori decisioni della mia vita le ho prese in istanti brevissimi. Ogni volta che ho pensato alle cose, ho sbagliato.
C’era il blog (che non esiste più). C’erano ipotesi di fantasie, c’era la voglia di giocare, c’era che in quotidiano, anche se fai lo stagista, il tempo è retrattile, fai tantissimo in pochissimo e il resto delle ore te le devi inventare. Io scrissi a Bea.
Non ho idea di cosa le scrissi. Né di cosa mi rispose subito dopo. So solo che prima non c’era, poi subito dopo c’era e si era presa uno spazio che non vedevo prima e non so come abbia fatto lei a scoprirlo io ad averlo ignorato. Una terra lontanissima ma impossibile da non vedere. Non proprio l’America, l’Australia. Non proprio Colombo, Magellano.
Ogni vero amore è esplorazione. Siamo stati una cosa fugace. Ci siamo scritti tanto. Abbiamo litigato per motivi che nemmeno ricordiamo. Abbiamo avuto prima fretta, poi paura, poi di nuovo fretta, e poi abbiamo scopertohttp://www.blogger.com/img/blank.gif che il tempo e il mondo ci lasciavano in pace se ci volevamo bene e basta. Le ho spedito le manette, e volevo dire troppe cose, con quel gesto, e così alla fine non ne ho detta nessuna. Ci volevamo troppo bene, da subito e per chimiche inspiegabili, per essere bravi giocatori. Così abbiamo trovato altri modi. Non sapremo mai niente delle cose che abbiamo lasciato per strada, e dei portoni chiusi, e delle notti troncate e delle loro conseguenze. Però possiamo dire ciao e noi al presente. E così che abbiamo barato, per vincere entrambi, ché ci sono troppi pericoli e noi almeno ci vogliamo bene. "
E' la prima volta che metto su questo blog le parole di qualcun altro.
F. (l'uomo meritevole del post precedente ha scritto per me e per chi legge questo blog come lui.
Grazie F. per avermi resa partecipe di quello che c'era dall'altra parte, in altri pensieri e altri mondi.
Grazie per avere dimostrato di essere meglio di molta gente fuori dai nostri, di mondi.
martedì 29 novembre 2011
non posso

F. è entrato nella mia vita una notte, con una mail arrivata proprio tramite questo blog. Che fosse un parolaio l’ho capito subito, perché a quella prima mail ha avuto risposta, perché quel suo lieve flirt, che aveva il solo scopo di incuriosirmi toccava le corde giuste. Alcune delle quali giusto sotto le mutandine.
Ma era quel periodo lì, quello in cui il corpo era collegato al cervello, quello in cui le parole sussurrate al telefono facevano più effetto di quelle dette da chi mi guardava in faccia (anche se, certe volte, mi chiedo se quel periodo lì finirà mai).
Avevo ragione, F. era un giornalista, manco scadente, manco brutto, manco stupido. Talmente poco stupido da avermi fatto recapitare, in tempi non sospetti, un regalo che avrebbe aperto le porte a un pezzo enorme della mia vita attuale, arrivato a casa dei miei, un giorno di luglio, mentre ero in vacanza, mentre avevo tempo e spazio per passare notti a scrivere e parlare, di nascosto.
Di nascosto da lei.
Perché lei c’era. Ed era anche carina.
E io ero convinta che non funzionasse, tra loro, come tutte le “amanti” del mondo. Anche quelle virtuali come me.
F. l’ho visto una sola volta, a suo tempo, una sera di settembre. Una sera passata nella piazza sotto casa a bere aranciata e a lasciare che lui osservasse la mia gamba che ciondolava giù dalla panchina. Senza toccarci. Con il suo regalo nella borsa, di nascosto.
Tornare a casa è stato sconvolgente, con un bacio rubato davanti al portone, sfiorato sulle labbra.
F. è scappato, ed è ritornato solo quando gli ho chiesto di farlo. Lui non poteva, non voleva, lui aveva lei e io non avevo futuro per lui.
Il mio più grande errore, quello per il quale l’angelo del Karma mi punì il giorno dopo( il lettore più attento sarà in grado di trovare il post nel quale racconto la mia punizione karmica), è stato provare a essere io a rubare un bacio a un uomo che aveva dignità.
Per F. è stato amore, in una di quelle forme buffe che ha l’amore per me, uno di quegli amori nei quali chi fosse lui, come vivesse, cosa volesse, non importava assolutamente niente. Mi faceva sentire come se amassi, e questo era assolutamente affascinante, il che unito al fatto che mi facesse sentire desiderata, di un desiderio strappa mutande forse, o poco più, aveva un risultato assolutamente esplosivo.
F. è ancora parte della mia vita, in forme sempre diverse e sempre deliziosamente uguali.
Una delle poche persone che ho stimato davvero per quel “non posso”.
Ciao F. lo so che leggi. Sappi che molti anni dopo sei l’unico al quale ho tentato di rubare un bacio.
venerdì 28 ottobre 2011
fidanzati transazionali
Parlando con F, del quale, appena trovo il mood giusto vi racconterò, è venuta fuori l'interessante figura del fidanzato transazionale che pare essere una sottocategoria del, molto in voga, fidanzato da compagnia.
Per fidanzato da compagnia indichiamo colui che, in un momento di singletudine casuale, si occupa di tenere caldo il posto nell'altra metà del letto della tua vita e, nel caso fosse un uomo di un certo livello affettivo, di prepararti la colazione.
Il fidanzato transazionale, in tutte le sue declinazioni è colui che si impegna a scaldare l'altra metà del letto come il suo cugino da compagnia, accompagnandoti, manco fosse Caronte, da un rapporto infernale appena concluso, a un rapporto infernale che si concluderà.
Certo, tra fidanzato transazionale, da compagnia e trombamico affettuoso, nei comportamenti la differenza è sottile.
Non essendo un'esperta in questo ambito, chiedo ai miei lettori (uomini e donne, anche se i primi di solito preferiscono farsi accompagnare nei periodi di singletudine da una deliziosa botta e via varia e ripetuta) di raccontarmi la loro esperienza in fatto di fidanzati transazionali e da compagnia.
Della mia passione per la trombamicizia affettuosa, quelle che, se vissuta in maniera sana e sincera, può venire con te anche quando la singletudine finisce, qui si è parlato tanto.
Ma con gli anni anche io, l'algida regina dei ghiacci, provo ad aprirmi alle prospettive più varie.
Mentre cerco un fidanzato da passeggio.
Per fidanzato da compagnia indichiamo colui che, in un momento di singletudine casuale, si occupa di tenere caldo il posto nell'altra metà del letto della tua vita e, nel caso fosse un uomo di un certo livello affettivo, di prepararti la colazione.
Il fidanzato transazionale, in tutte le sue declinazioni è colui che si impegna a scaldare l'altra metà del letto come il suo cugino da compagnia, accompagnandoti, manco fosse Caronte, da un rapporto infernale appena concluso, a un rapporto infernale che si concluderà.
Certo, tra fidanzato transazionale, da compagnia e trombamico affettuoso, nei comportamenti la differenza è sottile.
Non essendo un'esperta in questo ambito, chiedo ai miei lettori (uomini e donne, anche se i primi di solito preferiscono farsi accompagnare nei periodi di singletudine da una deliziosa botta e via varia e ripetuta) di raccontarmi la loro esperienza in fatto di fidanzati transazionali e da compagnia.
Della mia passione per la trombamicizia affettuosa, quelle che, se vissuta in maniera sana e sincera, può venire con te anche quando la singletudine finisce, qui si è parlato tanto.
Ma con gli anni anche io, l'algida regina dei ghiacci, provo ad aprirmi alle prospettive più varie.
Mentre cerco un fidanzato da passeggio.
martedì 24 maggio 2011
il tatuato e la sorella
mercoledì 4 maggio 2011
scrigno
"i desideri nel mio scrigno non sono uguali ai tuoi, ti prego scusami, se puoi."
quante volte mi è capitato di dire queste parole? e quante volte di sentirmele dire?
di certo ormai tanti anni fa, quando a fatica guardavo negli occhi quel ragazzino di un tempo, quello che ora ha comprato casa e lavora per una grossa casa editrice, quello che segue l'equipe di muratori e sceglie mattonelle, e che ancora, nonostante tutto, mantiene un sorriso e una certa serenità.
mi è successo subito dopo, quando mi sono fatta fregare da una persona per la quale ho, nel tempo, perso ogni forma di stima.
mi succede adesso. quasi ogni giorno. guardando in faccia chi prova a starmi accanto. guardandomi allo specchio.
ché certe volte penso di vivere una vita non mia, di realizzare i sogni di qualcun altro perché è più facile. Perché significa mettere meno in gioco la propria felicità.
ora che gli anni passano davvero, per me che sento di avere vent'anni anche se ormai viaggio per i trenta, ora che dovrei iniziare a diventare grande, e costruirmi una vita vera, ora che invece sono più zingara, instabile e confusa che mai.
e poi parlo con gli amici, e vedo che è per tutti un po' così.
è normale questa sensazione di essere sul tapis roulant? di correre correre e sudare ma non arrivare mai?
ma soprattutto arrivare dove?
pensieri stamani. dopo un concerto bellissimo e una notte passata sul divano di una casa non mia.
sabato 13 novembre 2010
carcasse
Ieri ti guardavo.
Una carcassa vuota, occhi spalancati e vitrei, un poco fuori dalle orbite.
Corpo immobile, ancora tiepido ma non più caldo.
L'anima è la prima cosa che va via, si dice, io non lo so, ma il cuore certamente non batte più.
Ieri ti guardavo, respiravi ancora, parlavi, bevevi, camminavi.
Ma io vedevo solo una carcassa vuota di sentimenti ed emozioni.
Sono rimasta lì a osservarti impietrita, che quando la tua mano mi toccava avevo un brivido di paura. Una mano senza vita mi sfiorava.
Poi ti ho camminato accanto, ti ho superato, mi sono voltata, mi sono chiesta se attendere che gli avvoltoi venissero a mangiare i tuoi occhi spenti, che accorressero a strapparti di dosso ogni singolo pezzo di carne, ogni minuscolo lembo di quella pelle che tanto amavo.
Ho immaginato il tuo scheletro insanguinato, ancora intriso di sangue e brandelli di carne.
Ho pensato di andare via, leccando una goccia di te dalle mie dita.
Oggi ti tengo ancora per mano.
Una carcassa vuota, occhi spalancati e vitrei, un poco fuori dalle orbite.
Corpo immobile, ancora tiepido ma non più caldo.
L'anima è la prima cosa che va via, si dice, io non lo so, ma il cuore certamente non batte più.
Ieri ti guardavo, respiravi ancora, parlavi, bevevi, camminavi.
Ma io vedevo solo una carcassa vuota di sentimenti ed emozioni.
Sono rimasta lì a osservarti impietrita, che quando la tua mano mi toccava avevo un brivido di paura. Una mano senza vita mi sfiorava.
Poi ti ho camminato accanto, ti ho superato, mi sono voltata, mi sono chiesta se attendere che gli avvoltoi venissero a mangiare i tuoi occhi spenti, che accorressero a strapparti di dosso ogni singolo pezzo di carne, ogni minuscolo lembo di quella pelle che tanto amavo.
Ho immaginato il tuo scheletro insanguinato, ancora intriso di sangue e brandelli di carne.
Ho pensato di andare via, leccando una goccia di te dalle mie dita.
Oggi ti tengo ancora per mano.
sabato 16 ottobre 2010
sun

Unico passeggero di un autobus per il centro, non scrivo da mesi, ormai, nemmeno per me stessa, e mi chiedo se sono ancora capace di farlo.
L'altro ieri una ragazza che conosco da alcuni mesi mi ha detto di far fatica a vedermi così diversa dal solito, ad abituarsi alla me di questi giorni.
E io non sapevo come spiegarle che deve abituarsi, perchè io sono così, lo sono sempre stata e sempre lo sarò, e che quella che conosceva era solo una persona che stava male, abbastanza male da non amarsi nemmeno un poco.
Lei non sa che in questi mesi è successo che ho ripreso le cose in mano, che ho cercato di sfiorare la mia vita, di appigliarmi alle cose belle, di legarmi strette intorno quelle importanti.
Ho ricominciato a giocare con me stessa, col mio cuore, con la mia vita.
Io che sono fatta di sorriso e carne, ho capito che l'unico modo che ho di mostrare i denti è ridere di gusto, con le labbra, con gli occhi e con il cuore.
Questo mi ha resa vincente, perchè la gente, davanti a quei denti si arrende sempre.
Inizio col dipingere di arancio le pareti della stanza di casa nuova (si, un'altra)e disegnandoci sopra uno spicchio di sole per coltivare ogni mattina aprendo gli occhi il raggio di sole che ho dentro.
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martedì 27 luglio 2010
Fame (e non il telefilm)

Ho lasciato i miei bagagli giù, nel treno nascosto nella pancia di questo grosso traghetto che taglia lo stretto. Sono venuta a guardare il mare. In cerca d'aria, come se mi fosse proibito respirare, lì sotto.
Dietro di me un pezzo di Sicilia va via, con la sua madonnina che si staglia all'orizzonte, e davanti ai miei occhi un pezzo di mondo si avvicina, come un primo passo di un viaggio.
E mi chiedo perchè ho tanta fame, fame d'aria, di libertà, di gambe nude in movimento e di occhi liberi di cercare una luce lontana, senza palazzi intorno.
Mi chiedo perchè il rapporto più aperto della mia vita, quello senza limiti, quello dal quale poter prendere tutto, che prometteva ossigeno per corpo e mente, mi ha lasciata affamata di vento.
Perchè quella libertà promessa è stata per me una gabbia soffocante.
E ora guardo il mondo e le sue luci notturne da qui, lascio che gli occhi scrutino il paesaggio come fossero miopi.
Respiro salsedine e lascio che il vento renda i miei capelli una matassa confusa.
Come il mio stomaco.
Come il mio cuore.
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lunedì 5 luglio 2010
come il mio vulcano

Borbotto, mi scaldo, tremo e poi sbotto.
Sono come il mio vulcano, quello che tengo da sempre dentro senza nemmeno rendermene conto.
Mi è successo ancora una volta, come ogni due anni in questo periodo.
Mi sono chiesta troppo, ho preteso di essere immortale, instancabile, infallibile.
Ho preso la vita, mi sono tuffata nonostante sentissi odore di marcio, ho vissuto e mi sono lasciata vivere e annusare. Ho permesso al mondo di entrarmi dentro rivoltarmi l'anima e andare via, lasciandomi più sola di prima e con un cuore un poco più duro.
Forse è così. Sarà sempre così. E tra alcuni mesi dirò che ho imparato un sacco, che tutto questo mi è servito a qualcosa, che ora so fare cose nuove che SICURAMENTE mi serviranno nella vita, che SICURAMENTE mi hanno reso una donna migliore, che SICURAMENTE non dimenticherò mai.
E ora sono a Catania, con un bagaglio più grande di quello che sono abituata a portare, con una stanza vuota e pagata a 900 km da qui, e il sogno di viaggi lontani.
Cerco di ricostruirmi ancora, ricostruire quello che ero, che sono, che sarò.
"gallegio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare"
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lunedì 5 aprile 2010
cetriolini

Sola da alcuni giorni, sono riuscita dopo tanti mesi a dedicare del tempo ad altre persone, altri sorrisi, altri profumi.
La metà vuota del mio letto è ingombra di bucato appena fatto, sono stata disordinata e ho dormito con l'odore di coccolino tutto intorno.
Continuo ad avere un disperato bisogno di sole, ma sembra proprio che il sole non voglia spuntare, che non voglia abbracciarmi anche se lo chiedo.
Ma forse succede sempre perchè non so chiedere. Non so chiedere nemmeno il sole.
Ieri ho passato tutto il giorno con un'amica storica, una di quelle che vedi un paio di volte l'anno e con le quali riesci a parlare di cose molto intime.
Praticamente siamo capaci di passare ore a guardarci l'ombelico, ognuno guarda quello dell'altro, è questo l'emozione, e ne tira fuori cose sopite, spesso nascoste, sempre difficili da dire.
Per il resto mi lucido la buccia come un cetriolino che vuole essere accettato dentro una meravigliosa insalata piena di ingredienti deliziosi.
E guardo l'insalata chiedendomi se veramente ci sarà mai posto per un cetriolino piccolo e un poco storto come me.
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sabato 6 marzo 2010
frammenti di un discorso amoroso

D: embè? dove sei che fai?
B:sono a casa, prevalentemente stanca morta, prevalentemente senza soldi, prevalentemente poco felice.
E' un periodo un poco di merda, Fratello.
Tu come stai?
D: io registro il disco quindi sono...Tu sei ancora legata a quel tizio?
B:il tizio è una montagna russa continua.
Con alti davvero alti e bassi rasoterra.
Bella confusione.
D:C'e' sempre bisogno di tempo x capire cos' hanno in testa le genti.
B:queste genti hanno in testa un casino.
io più di tutti.
sto per diventare una scrittrice di cose cretine, e sono confusa.
Non volevo essere questo ma rischio di poter vivere di questo.
E poi, boh, mi piacciono persone complicate, che rendono la mia vita più difficile invece di semplificarla.
Trovo il resto dell'universo di una noia mortale.
MAh.
D:la coperta, chiunque incontri e comunque vada, sara' sempre troppo corta , a turno avrai freddo o ai piedi o alla testa e' cosi', bisogna capire ed accettare .. sarebbe come manifestare in piazza contro i terremoti..ridicolo.. n'se po' . bacio grosso
B:chissà se pure io sono una coperta corta. forse si.
D:l'incontro tra 2 persone e' la sola unica e a volte meravigliosa (fottuta) coperta corta.
B:mi svuoti la pancia, certe volte.
sai che c'è? che io non sono freddolosa.
Le spalle scoperte non mi infastidiscono e i piedi li tengo sempre fuori per scelta.
Ma cazzo, certe volte le coperte ti lasciano fuori l'anima.
E non puoi fare più niente
D:questo e' vero e abituarsi al freddo e' saggio , pero' a volte si rischia di scambiare il tiepido x bollente ma ci sta' pure questo ... e' come alle giostre: se sali sulla super ruota rotante rischi la vertigine ma puoi scendere estasiata , se preferisci il tiro al pescetto forse hai tirato i remi in barca.. notte baby
B:notte fratello. ci penserò
ci sono conversazioni che racchiudono tutto.
ci sono persone alle quali riesci a dire tutto.
mercoledì 17 febbraio 2010
volere è potere
Sono cresciuta in un mondo nel quale per ottenere una cosa dovevo prendere a spallate tutto e tutti o sdraiarmi e strisciare in silenzio dove gli altri non mi vedevano, prendere la cosa che volevo e scappare via velocemente prima che qualcuno si accorgesse che ero lì.
Sono cresciuta in un posto nel quale chi faceva un errore era segnato e difficilmente aveva una seconda possibilità perchè io non avevo tempo da perdere nel curarmi di persone imperfette e perchè non potevo nè volevo mettere al rischio le poche cose belle guadagnate.
Sono stata un'adolescente incazzosa ma solare, sono diventata un'adulta gelida e pur sempre solare.
Una contraddizione in termini, direi.
E in tutto ciò, da quando ero piccola ad oggi una cosa di sicuro è rimasta identica.
Mi sono rivoltata come un calzino, ho messo in piazza ogni mio limite, ho giocato con i miei lividi, ho messo il dito su ogni singola piaga del mio cuore.
Eppure oggi ho capito una cosa di me con la quale non avevo mai fatto contatto.
Non distinguo il bisogno dal volere.
Mi è stato detto milioni di volte: "tu pretendi tutto" oppure "non sei capace di esprimere i tuoi bisogni".
Ma io non avevo capito, non ero arrivata a centrare il punto.
Nella mia testa non c'è distinzione tra una cosa di cui ho bisogno e una che voglio.
E' come se avessi un bug nel sistema.
Da oggi imparo.
Da oggi analizzo la differenza tra volontà e bisogno.
Sono cresciuta in un posto nel quale chi faceva un errore era segnato e difficilmente aveva una seconda possibilità perchè io non avevo tempo da perdere nel curarmi di persone imperfette e perchè non potevo nè volevo mettere al rischio le poche cose belle guadagnate.
Sono stata un'adolescente incazzosa ma solare, sono diventata un'adulta gelida e pur sempre solare.
Una contraddizione in termini, direi.
E in tutto ciò, da quando ero piccola ad oggi una cosa di sicuro è rimasta identica.
Mi sono rivoltata come un calzino, ho messo in piazza ogni mio limite, ho giocato con i miei lividi, ho messo il dito su ogni singola piaga del mio cuore.
Eppure oggi ho capito una cosa di me con la quale non avevo mai fatto contatto.
Non distinguo il bisogno dal volere.
Mi è stato detto milioni di volte: "tu pretendi tutto" oppure "non sei capace di esprimere i tuoi bisogni".
Ma io non avevo capito, non ero arrivata a centrare il punto.
Nella mia testa non c'è distinzione tra una cosa di cui ho bisogno e una che voglio.
E' come se avessi un bug nel sistema.
Da oggi imparo.
Da oggi analizzo la differenza tra volontà e bisogno.
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venerdì 22 gennaio 2010
AYF2Y2FFFFFFFFFWWWWWW

Ok, non sono mai stata brava a scrivere titoli, però certo questo è il meno significativo.
Mi perdonate se vi dico che l'ha scritto una palla di pelo con le orecchie mosce che si chiama Muffin?
Ecco, casa Gigliuto/Pastorello ha un nuovo inquilino.
Dopo i fidanzati pelosi, ai quali siamo già abitutate, è arrivato il coniglio ariete nano.
Vive in una casa in costruzione marchiata Ikea, mangia lattuga e rompe le scatole.
Insomma.
Non ci si annoia proprio mai.
domenica 27 dicembre 2009
Amore
La verità è che so scrivere d'amore solo quando non provo niente.
Perchè quando sto con qualcuno mi rendo conto del perchè in realtà io sto meglio sola.
Non voglio amare perchè forse non so amare, perchè io sono una razionale e non ci sono santi.
Io non voglio un cuoricini e fiorellini rosa, io voglio cose concrete, scelte vere, decisioni serie. E di questo non ho mai niente.
Tutte parole dolci e carezze sulla schiena, tutti che si dichiarano innamorati quando sono soltanto innamorati di se stessi e nessuno che sia capace di rinunciare a un pelo del culo per l'amore di cui tanto parlano.
Tempo fa rileggevo dopo molto tempo un libro che per me è stato importante durante i primi anni di università. Professionalmente più che emotivamente.
Stavolta ci ho trovato dentro un sacco di roba che prima mi era sfuggita e tra tutto una frase che non riesco a citare di preciso perchè non ho modo di avere tra le mani quel volume.
Non l'amavo, ero profondamente innamorato dell'immagine che aveva di me. Facevo l'amore con il me stesso che vedevo tramite lui.
Mi trovo ad essere quell specchio. Adesso.
E chi mi conosce un po' sa quanto gli specchi mi stiano profondamente antipatici.
Non amo guardarli e non amo averli negli occhi.
Probabilmente non sono migliore di chi si sta specchiando, non mi reputo migliore di nessuno.
Ma io so quando e come parlar d'amore.
Che una coccola a pelle nuda amore non è.
Il libro è "Colori proibiti" di Mishima Yukio, tradotto da Maria Gioia Vienna, Mondadori.
Buone Feste
Perchè quando sto con qualcuno mi rendo conto del perchè in realtà io sto meglio sola.
Non voglio amare perchè forse non so amare, perchè io sono una razionale e non ci sono santi.
Io non voglio un cuoricini e fiorellini rosa, io voglio cose concrete, scelte vere, decisioni serie. E di questo non ho mai niente.
Tutte parole dolci e carezze sulla schiena, tutti che si dichiarano innamorati quando sono soltanto innamorati di se stessi e nessuno che sia capace di rinunciare a un pelo del culo per l'amore di cui tanto parlano.
Tempo fa rileggevo dopo molto tempo un libro che per me è stato importante durante i primi anni di università. Professionalmente più che emotivamente.
Stavolta ci ho trovato dentro un sacco di roba che prima mi era sfuggita e tra tutto una frase che non riesco a citare di preciso perchè non ho modo di avere tra le mani quel volume.
Non l'amavo, ero profondamente innamorato dell'immagine che aveva di me. Facevo l'amore con il me stesso che vedevo tramite lui.
Mi trovo ad essere quell specchio. Adesso.
E chi mi conosce un po' sa quanto gli specchi mi stiano profondamente antipatici.
Non amo guardarli e non amo averli negli occhi.
Probabilmente non sono migliore di chi si sta specchiando, non mi reputo migliore di nessuno.
Ma io so quando e come parlar d'amore.
Che una coccola a pelle nuda amore non è.
Il libro è "Colori proibiti" di Mishima Yukio, tradotto da Maria Gioia Vienna, Mondadori.
Buone Feste
lunedì 2 novembre 2009
primo giorno d.L. (dopo Lucca)
Con io micropc poggiato sulla pancia, le finestre di msn aperte, le gambe che pulsano e la testa stanca.
Eccomi al ritorno dalla mia seconda Lucca Comics.
Stancante come la prima, meno emozionante, più produttiva.
Lucca è lo struscio della domenica sera, in un piccolo centro da cinquemila anime,dove tutti conoscono tutti.
Se parli con una persona del settore mai vista prima, per la legge dei sette gradi di separazione, probabilmente è amica di qualcuno con cui hai trombato.
Il che rende ogni conoscenza un'esperienza più unica che rara.
Resta che a parte i sorrisi di circostanza e le strette di mano professionali, a parte la scelta del look giusto al momento giusto, io mi sento sempre allegramente fuori da quel mondo che mi assorbe.
Quindi svuoto la valigia e metto a lavare panni sporchi,nuovi incarichi, amicizie da ristrutturare e modernariato di valore, sentimenti poco espressi, e dolori che vengono fuori senza che io possa contenerli.
Ho sorriso meno dello scorso anno ma sono stata più felice.
Perchè per me a Lucca c'era un po' di calore e non solo quello del sole.
Eccomi al ritorno dalla mia seconda Lucca Comics.
Stancante come la prima, meno emozionante, più produttiva.
Lucca è lo struscio della domenica sera, in un piccolo centro da cinquemila anime,dove tutti conoscono tutti.
Se parli con una persona del settore mai vista prima, per la legge dei sette gradi di separazione, probabilmente è amica di qualcuno con cui hai trombato.
Il che rende ogni conoscenza un'esperienza più unica che rara.
Resta che a parte i sorrisi di circostanza e le strette di mano professionali, a parte la scelta del look giusto al momento giusto, io mi sento sempre allegramente fuori da quel mondo che mi assorbe.
Quindi svuoto la valigia e metto a lavare panni sporchi,nuovi incarichi, amicizie da ristrutturare e modernariato di valore, sentimenti poco espressi, e dolori che vengono fuori senza che io possa contenerli.
Ho sorriso meno dello scorso anno ma sono stata più felice.
Perchè per me a Lucca c'era un po' di calore e non solo quello del sole.
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