martedì 27 luglio 2010

Fame (e non il telefilm)


Ho lasciato i miei bagagli giù, nel treno nascosto nella pancia di questo grosso traghetto che taglia lo stretto. Sono venuta a guardare il mare. In cerca d'aria, come se mi fosse proibito respirare, lì sotto.
Dietro di me un pezzo di Sicilia va via, con la sua madonnina che si staglia all'orizzonte, e davanti ai miei occhi un pezzo di mondo si avvicina, come un primo passo di un viaggio.
E mi chiedo perchè ho tanta fame, fame d'aria, di libertà, di gambe nude in movimento e di occhi liberi di cercare una luce lontana, senza palazzi intorno.
Mi chiedo perchè il rapporto più aperto della mia vita, quello senza limiti, quello dal quale poter prendere tutto, che prometteva ossigeno per corpo e mente, mi ha lasciata affamata di vento.
Perchè quella libertà promessa è stata per me una gabbia soffocante.
E ora guardo il mondo e le sue luci notturne da qui, lascio che gli occhi scrutino il paesaggio come fossero miopi.
Respiro salsedine e lascio che il vento renda i miei capelli una matassa confusa.
Come il mio stomaco.
Come il mio cuore.

giovedì 15 luglio 2010

I malcontenti


"Era un periodo che mi arrivava di tutto, che attiravo lo sporco, la polvere, il nero che va a finire nelle fessure, ero pieno di polvere, ero un lenzuolo che è stato fuori dei mesi su una via trafficata, ero un bersaglio per le particelle di smog e per la fuligine e sentivo la faccia che smetteva di respirare, sentivo i pori ostruiti, sentivo che fuori dal mio condominio non ero più niente, se non scrivevo qualcosa io non ero più niente, era un periodo che a stare nel mondo io non sapevo più cosa dire e volevo nascondermi, fuori da casa volevo nascondermi, dentro la casa ero il principe."

I Malcontenti è un libro strano, non perchè abbia una trama arzigogolata nè dei personaggi estremamente interessanti. I Malcontenti è un libro normale.
E questo lo rende strano, è scritto con uno stila assolutamente personale non come tutti i vari bravissimi scrittori che hanno letto troppo Ammaniti e Baricco e scrivono come se tentassero di copiarne stile e contenuti.
Paolo Nori, l'autore, sembrane fregarsene proprio di risultare chiaro, non ha voglia di essere sintetico, leggibile, di intrattenere il lettore.
Il suo è un comunicare normale, come farebbe un uomo un po' strambo e annoiato, un giovane adulto della nostra generazione che non parla tanto.
E questo rende il suo libro assolutamente affascinante.
Promuovo I Malcontenti, a pieni voti.

"A parte il complesso del caffettiere, io, a parte quello, sono fatto in un modo che se un mi dice che gli piaccio, io subito un po' lo rivaluto. Mi vien da riconsiderarlo. Lo guardo come se lo vedessi come una cosa nuova e dentro di me penso: Ma allora sei intelligente.
Non penso che sono io, che sono stupido, penso che sia lui, a essere intelligente.
Se qualcuno vuole aver potere, sopra di me, basta che mi dica: Mi piaci. E ha del potere.
E quello era un periodo che avevo così bisogno, di adulazione, che bastava anche questa elemosina, Guarda che quello mi ha detto che forse gli piaci."

lunedì 12 luglio 2010

Sole, sabbia e minchie ( di mare)


Sono appena tornata da un fine settimana a base delle poche cose di cui avevo bisogno. Pasti preparati con cura, silenzio, mare e l'amica di sempre.
Certo le serate non hanno mancato di lasciare qualche piccola sorpresa.
La vita pozzallese, perchè Pozzallo è stata la mia meta di questo we, non è ovviamente quella che una giovine donna che cerca di rinascere possa desiderare, ma diciamocelo, un'ora passata a commentare gli abiti improbabili indossati dalla fauna locale sono uno dei piccoli piaceri di ogni donna arpia che si rispetti. Soprattutto quando si trova soffocata da pizzi, strass, perline come se piovesse, tacchi a spillo e abiti lunghi manco fosse la sfilata di Piazza di Spagna.
Ma nulla vale quanto una scoperta eccezionale, una visione insuperabile.
Dall'alto di una scogliera, illuminate dalla luce soffusa dei lampioni, sono apparse due deliziose Minchie di Mare, pesci, come ha provveduto a spiegarmi la mia siculocolta amica Lucia, anche chiamati Viola di Mare( da cui il film omonimo del 2009) o Minchia del re, che hanno la caratteristica di essere ermafroditi, nascendo femmine e diventando maschi dopo la deposizione delle uova.
Chiedendomi perchè i miei conterranei chiamino "minchia" animali ai quali cresce un apparato maschile solo in età avanzata, ho riflettuto sulla possibilità che io abbia qualcosa in comune con questi adorabili pescetti.

lunedì 5 luglio 2010

come il mio vulcano




Borbotto, mi scaldo, tremo e poi sbotto.
Sono come il mio vulcano, quello che tengo da sempre dentro senza nemmeno rendermene conto.

Mi è successo ancora una volta, come ogni due anni in questo periodo.
Mi sono chiesta troppo, ho preteso di essere immortale, instancabile, infallibile.
Ho preso la vita, mi sono tuffata nonostante sentissi odore di marcio, ho vissuto e mi sono lasciata vivere e annusare. Ho permesso al mondo di entrarmi dentro rivoltarmi l'anima e andare via, lasciandomi più sola di prima e con un cuore un poco più duro.
Forse è così. Sarà sempre così. E tra alcuni mesi dirò che ho imparato un sacco, che tutto questo mi è servito a qualcosa, che ora so fare cose nuove che SICURAMENTE mi serviranno nella vita, che SICURAMENTE mi hanno reso una donna migliore, che SICURAMENTE non dimenticherò mai.

E ora sono a Catania, con un bagaglio più grande di quello che sono abituata a portare, con una stanza vuota e pagata a 900 km da qui, e il sogno di viaggi lontani.
Cerco di ricostruirmi ancora, ricostruire quello che ero, che sono, che sarò.

"gallegio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare"