sabato 20 novembre 2010

non c'è spazio

Di questi tempi mi sembra di guardare il mondo vivere, le persone con cui mi relaziono che si relazionano altrove con maggior successo, le persone con le quali non ho voglia di relazionarmi che invece pare vogliano comunicare solo con me.
Lu guardo tutti, volti lisci e rugosi, corpi morbidi e ossuti, occhi chiari e neri, luminosi e spenti.
Li guardo tutti. Da lontano. Cercando in loro qualcosa che non mi annoi profondamente, cercando qualcosa di buffo che almeno mi faccia sorridere.
Ma la verità è che è tutto distante e quelle poce volte che ci metto la pelle il contatto non filtra sotto l'epidermide.
Eppure.
Eppure sto ricostruendo un sacco di cose, belle e impegnative, sto dedicando tempo ad attività nuove, a persone nuove, cercando di rimettere in moto il contatto tra i mio cervello e le mie mani.
Semplicemente, in questo periodo voglio solo me stessa, sono l'unica persona che bramo alla follia, che desidero impunemente e costantemente.
Per voi, per tutti, non c'è spazio.

sabato 13 novembre 2010

carcasse

Ieri ti guardavo.
Una carcassa vuota, occhi spalancati e vitrei, un poco fuori dalle orbite.
Corpo immobile, ancora tiepido ma non più caldo.
L'anima è la prima cosa che va via, si dice, io non lo so, ma il cuore certamente non batte più.
Ieri ti guardavo, respiravi ancora, parlavi, bevevi, camminavi.
Ma io vedevo solo una carcassa vuota di sentimenti ed emozioni.
Sono rimasta lì a osservarti impietrita, che quando la tua mano mi toccava avevo un brivido di paura. Una mano senza vita mi sfiorava.
Poi ti ho camminato accanto, ti ho superato, mi sono voltata, mi sono chiesta se attendere che gli avvoltoi venissero a mangiare i tuoi occhi spenti, che accorressero a strapparti di dosso ogni singolo pezzo di carne, ogni minuscolo lembo di quella pelle che tanto amavo.
Ho immaginato il tuo scheletro insanguinato, ancora intriso di sangue e brandelli di carne.
Ho pensato di andare via, leccando una goccia di te dalle mie dita.


Oggi ti tengo ancora per mano.

lunedì 8 novembre 2010

mutande rosa



Questa canzone non mi piace granchè, non ascolto quei due da quando ero ragazzina, da quando uno cantava "Aspettando il sole" e l'altro "Domani" che non era manco lo stesso anno, ma io ero cretina uguale.

Ma questa canzone, ascoltata per caso stamani poco dopo le 5 mentre guidavo per una città, contiene una frase che mi ronza nella testa da ore.


"mi metti a posto ma non sposti niente"


che poi non lo so che cosa volessero dire i due che hanno scritto il testo, ma io non riesco a pensare che sarebbe il sogno della mia vita amorosa.
Da sempre chi non sposta niente nella mia vita è incapace di mettermi a posto e farmi sentire a posto, che sono due cose molto diverse pur sembrando un giochino di parole.
Invece chi ha provato a mettermi a posto, riuscendoci a fasi alterne, ha messo le mani su tutta la mia vita, con lo stesso effetto di quando per caso rovisti nel cassetto delle mutandine perchè hai fretta e la mattina dopo esci con le mutande rosa e il reggiseno blu perchè non sei stata in grado di mettere insieme un completino decente.
Ecco io ora indosso mutandine rosa e reggiseno blu, e ho i calzine rossi a righe, e una felpona che mi copre fin sotto il sedere.
Che se avessi il culo senza cellulite sembrerei la protagonista di uno di quei film anni novanta nei quali poi arriva la telefonata di lui, l'altro, quello che cambia la vita, e che le fa capire che non bisogna accontentarsi di briciole. E suona alla porta e le consegna un gigantesco pasticcino di panna montata tutto rosa.
Come le mutande.

giovedì 4 novembre 2010

news

Ho comprato le scarpe nuove e qualche vesto scemo ma da donnina in carriera.
Sorrido di quello che mi succede attorno e metto strani musi tutto a un tratto e senza motivo apparente.
Il corpo fa sempre le bizze e non sopporta più lo stress, il peso non è più un problema e se riuscissi a piacermi direi anche " sti cazzi" ma non è così.
E poi?
E poi sono una scrittrice/traduttrice disoccupata, il che fa ridere, e mi sa che passerò il periodo di Natale a impacchettare calzettoni di lana con mucche di panno attaccate sopra da Calzedonia. Ma in cinque lingue, sia chiaro. E con il nastrino annodato così bene che manco lo tsutsumi (antica arte giapponese di confezionare oggetti regalo).
Vabè.
Facciamo così.

Domani, venerdì 5 novembre (compleanno del nazionale)mi trovate alla galleria Mondo Bizzarro, con MaestroBD, e il nostro libro.
Mondo Bizzarro via Reggio Emilia 33 c/d dalle 18.30

Domenica 7 novembre, invece, ci trovate a Lettere e Caffè via S. Francesco Ripa 100/101 dalle 19

lunedì 1 novembre 2010

Bondage- la via italiana all'arte di legare-


Un passo indietro nel tempo per completezza di informazione...

quasi due anni fa ormai, a una serata alla quale mi avevano portato due amiche ho visto uno spettacolo. Una ragazza bellissima col volto pulito che volava sospesa sulle corde sapientemente annodate da un tizio strambo e barbuto.

stacco
tre mesi dopo

il mio compleanno, il tizio strambo e barbuto fa parte della mia vita, lo vedo spesso, ci parlo tanto, mi dona, racchiuso dentro una pochette nera, un set di corde rosse, di cotone morbido. Per me.

stacco
4 mesi dopo

sorrido, consegno a quel tizio barbuto, consegno al Maestro, le corde rosse, con l'autorizzazione a usarle su di me.
Provo per la prima volta il brivido di affidarmi a qualcuno che non sia me stessa, mi trovo con il corpo bloccato e le sue mani che mi accarezzano i capelli.

stacco
6 mesi dopo

Lui: sogno di scrivere un libro di bondage, per insegnare a tutti quest'arte.
Io: scriviamolo.


stacco
Oggi

Bondage-la via italiana all'arte di legare- è il frutto di quel sogno, di quelle carezze sulla testa, di quella modella bellissima che volava.
La mia vita in mezzo è cambiata tanto, e non solo perchè ho imparato a non aver paura delle corde su di me, e a dar sicurezza a chi desidera che sia io a usare le corde sul suo corpo, ma perchè ho imparato il valore della fiducia.

Questo libro per me è un dono, il frutto di un sacrificio, di grossi litigi, di molto studio, della voglia di lasciare che la gente conosca un'arte troppo spesso sminuita, volgarizzata, trattata alla stregua della pornografia di infimo livello.

Il bondage è un abbraccio che resta anche quando togliete le mani dal corpo del vostro partner, è un gioco di fiducia e affetto.
E' una disciplina che va studiata e imparata per garantire la sicurezza di tutti, soprattutto del sorriso negli occhi di chi lo pratica.

Bondage- la via italiana all'arte di legare - corde, nodi e legami d'amore
di MaestroBD e Beatrice Gigliuto
Alberto Castelvecchi editore, 24 euro.
In Libreria dal 5 novembre 2010