domenica 30 novembre 2008

WonderBea

Mutandine blu con le stelline.
Ecco cosa mi manca.
Forse è questo che non permette a WonderBea di funzionare, in questo periodo.
Sono fuori casa da 2 giorni, vista la momentanea inagibilità della stanza di Piazza Bologna.
Ho trovato rifugio a casa del mio fotografo preferito, ed è strano trovarsi a lavorare insieme.
Due scrivanie, due computer e due red bull.
E molti sorrisi, che servono a entrambi.
I ritmi sono serrati. Ho traduzioni da consegnare e viaggi da organizzare, devo anche rimettere in moto le mie mani, ricominciare a creare cose buffe e colorate, perchè qualcuno aspetta solo me.
Ho intenzione di dormire poco, la prossima settimana, e di vivere di più.
Ho intenzione di amarmi un po', non che lo meriti così tanto, ma credo di doverlo a me stessa.
Ci si prova.
Attention. Trois, deux, un. Fiiiiiii.

mercoledì 26 novembre 2008

la finestra rotta

25 ore di treno in tre giorni.
E le sento tutte, una per una.
Sono stanca e per nulla concentrata, non ho voglia di discutere nè di amare.
Non riesco a tradurre nè a chiudere tutto e andare a riposare.
La solita indecisa, la solita sciocca che vuole tutto e il contrario di tutto e non sopporta la solitudine.
Oggi è così, oggi mi sento sola. E il silenzio assorda e colpisce in pieno stomaco.
Stasera rinuncio, rinuncio a volermi bene.
Porto il pc sotto le coperte con me e provo a lavorare li.
Ignorando la finestra rotta e il riscaldamento spento.

lunedì 24 novembre 2008

il mio cane di pezza

Nel mio vecchio armadio, in una casa nuova, il mio cane di pezza di quando ero ragazzina giace schiacciato da una serie di fascicoli che contengono documenti di vario genere.
E io in questa casa mi sento così.
La mia infanzia poco felice schiacciata ancora, tra le pareti di un posto che non mi appartiene.
E Catania è bruttissima di questi tempi, le strade buie, la paura di esser rapinata da un momento all'altro come è successo pochi giorni fa a mia sorella, esser buttata a terra e contare graffi e lividi.
Non sto bene, come sempre, qui.
E c'è qualcuno che mi manca a 900 km di distanza e qualcuno che, sorprendentemente, non mi manca quasi più.
Questa sera mi lascerò amare da chi veramente lo merita, da chi è la mia vera famiglia.
Quella che io ho scelto.
E organizzo il capodanno altrove, con altri pezzi di cuore.

venerdì 21 novembre 2008

coperte

Qualche linea di febbre, i piedi scalzi, un treno perso e una casa silenziosa.
Che ci sono giornate che prendono strade inattese, che ci sono giorni nei quali manderesti a puttane tutte le tue idee e rimarresti sotto il piumone.
E invece ti alzi e ti vesti, come sempre.
Torni a lavorare, e attendi con le fitte allo stomaco i commenti sulla prima parte di un lavoro che è più di quel che sembra.
E la voglia di tornare nella tua terra d' origine è meno di zero, che casa è il posto nel quale vorresti rimanere per sempre non quello dal quale non vedi l'ora di scappare tutte le volte.
Fa freddo, il primo freddo romano è sempre sconvolgente, perchè cambia completamente l'aspetto della città.
Vado a riscaldarmi sotto le coperte.
Diverse da quelle di ieri, diverse da quelle di domani.

martedì 18 novembre 2008

25th hour


Qualcuno ha da prestarmi un'ora?
Vorrei usarla per amare.
Vi giuro, ve la tratto bene. Potrebbe essere l'ora più bella della giornata.
Io non ce la faccio ad amare in queste misere 24 ore. Che quando ho amato l'ho fatto sempre togliendo tempo al sonno.
Ma se vado dal signore che gestisce il tempo, credete che me la conceda un'ora in più per una buona causa?
Un'ora in più per la felicità?
Forse devo solo organizzarmi, rimettere insieme i pezzi e limitare gli sprechi, perchè così non c'è spazio per entrare nella stanza del mio cuore. Perchè con questo disordine c'è bisogno di qualcuno veramente coraggioso, che decida di aprire la porta di forza e di guardarmi sistemare tutto nei cassetti giusti.

mercoledì 12 novembre 2008

l'altra me

Ho mal di pancia e sento freddo.
Stanotte ho dormito poco e male, mi sono arrotolata nelle coperte, tanto il letto è sempre vuoto per più di metà.
Mi sento sola, anche se non ce n'è motivo.
E ho voglia di raccontarmi a chi ha voglia di ascoltare. Che ci sono tante cose non dette ancora, tante cose che varrebbe la pena di far venir fuori. Adesso che è il momento giusto.
Mi incazzo con me stessa perchè stasera dovrei essere felice. Chè domani inizia una nuova avventura. Per un mese mi farò un mazzo così ma le soddisfazioni saranno tantissime.
E invece ho l'umore a terra, perchè mi faccio condizionare dalle cose del cuore. Quelle che ho sempre messo in secondo piano.
Perchè vivo nel conflitto perpetuo tra la voglia di darmi e la paura di farlo.
Vorrei lanciarmi come le rock star ai concerti, sicura che qualcuno mi prenderà al volo.
Ma la paura di cadere con la faccia a terra è sempre troppo forte.
Ed è ancora più forte adesso che non mi riconosco nelle vetrine, perchè non so chi sono e fatico a scoprirmi. E a farmi scoprire.
E adesso sciolgo sulla lingua un quadretto di cioccolato al latte che non mi piace più, e cerco una dolcezza nuova, che possa piacermi ancora.

lunedì 10 novembre 2008

Vichy Cristina Barcelona


Accattivante e sensuale, l'ultimo film di Woody Allen.
In una Barcellona luminosissima, che sembra dipinta grazie ad una fotografia ben fatta.
La trama è il classico Lui-Lei-L'altra dove "L'altra" varia in maniera imprevedibile.
Due turiste americane decidono di passare due mesi nella calda estate spagnola e si trovano a fare i conti con il prototipo di maschio latino, artistoide e sessualmente disinibito che fa un po' maestro di sci a Cortina.
La bionda e la mora, due bellezze diverse e due caratteri opposti.
Chiaramente la mora è tutta casa e chiesa con qualche sorpresa e la bionda è a caccia di emozioni.
Un film incentrato sull'amore romantico che vive solo nel suo essere inappagato, sul sesso che funziona sempre a meraviglia, e su una gioiosa promiscuità che non crea problemi di sorta a nessuno.
Il film è, in fondo, godibilissimo con qualche spunto di riflessione interessante e qualche sorriso amaro.
Una favola d'amore, tale anche grazie a un narratore che vorrebbe esser la controparte di Andrè Dussollier (in Italiano Omero Antonutti) voce narrante de "Le fabuleux destin d'Amèlie Poulain", dove il romanticismo è fatto di biccheri di vino e musica per chitarra e la sessualtà di baci appassionati e occhi sgranati.

Bisogna pur dire che Javier Bardem è sexy da perderci la testa, con il suo corpo muscoloso e la faccia incazzata, Rebecca Hall è elegante e sensuale con uno sguardo che fa supporre che ci sia molto dietro la maschera da brava ragazza, Penelope Cruz è ormai ferrata nell'interpretare la mezza matta e fa pensare che l'età per essere la sex simbol sia passata e non le resti che far la drogata che si riprende e torna a essere almeno carina.
E poi Scarlett Johansson e le sue meravigiose tette, che sfidano le leggi di gravità, tengono lo spettatore inchiodato allo schermo per 100 minuti.

Anche se non si direbbe, il film mi è piaciuto molto.
Bravi gli interpreti, intensi i personaggi e scorrevole, seppur lenta, la narrazione.
E, novità assoluta, la Johansson ha imparato a reggere dei primi piani tenendo la bocca chiusa.

domenica 9 novembre 2008

Milk , Toast and Honey


E' finita un'altra settimana strana.
Con molti sorrisi regalati, qualche bacio, e un certo numero di ferite da leccare.
Con la mente che cerca di convincere il cuore che non sono una persona di merda.
Fatico a non definirmi tale al momento.
E da domani devo decidere cosa fare della mia vita, con due esami alle porte e altrettanti viaggi negli spazi vuoti, rapporti da coltivare o da chiudere subito, amici da coccolare nonostante tutto.
E vorrei svegliarmi al mattino e trovare la colazione pronta, e il pane tostato ancora bollente.
E vorrei che qualcuno si prendesse cura di me, domani.
Invece correrò ancora come una matta, e alle 9 sarò già in palestra e alle 11 a prendere un regalo, e poi di corsa in biblioteca.
Nella speranza di trovare ancora un poco di tempo per me.

Credo che mi iscriverò a un corso di informatica e a uno di inglese, ricomincerò a tradurre e riprenderò in mano un hobby che ho tralasciato per troppo tempo.
Proverò a metterci cuore stavolta, proverò a metterci impengo, anche se non è facile.

venerdì 7 novembre 2008

luglio

Disinfetto le ginocchia sbucciate. E brucia un po'.
Bella metafora della mia giornata, anche se tra qualche giorno la crosticina cadrà davvero.
Ci sono tante novità di cui non ho parlato perchè aspettavo che sbollisse la rabbia.
Sono bloccata qui fino a Luglio, perchè qualcuno ai piani alti ha deciso che non c'erano fondi a sufficienza per 4 inutili sessioni di laurea quindi quella di marzo, la mia cioè, è stata eliminata.
A gennaio finirò gli esami e per i sei mesi successivi avrò due possibilità: tornare a vivere a Catania, a casa dei miei, dopo 6 anni o cercare un lavoro da commessa sottopagata per riuscire a mantenermi da sola.
Quindi c'è una sola opzione.Che tanto la commessa la so far bene!
Sono chiaramente delusa e triste, perchè di tempo ne ho già perso troppo da sola, e piango già le conseguenze del mio scarso impegno. E poi il Giappone mi aspetta, anzi mi aspettava.
E' come se ogni volta che vedo la luce qualcosa mi trascini indietro.
Quindi mi avrete in mezzo fino a Luglio, probabilmente più scontrosa e incazzata di adesso.
E chiedo scusa a tutti coloro che hanno detto "ma poi tu parti per il Giappone", se avessi saputo come sarebbero andate a finire le cose non avrei distrutto nessun sogno.

martedì 4 novembre 2008

Estate



Piena estate, 4 lunghi anni di calore.
Con il sole che ci svegliava al mattino perchè io non riesco a dormire con le persiane abbassate, con il caldo intorno anche quando fuori faceva freddo.
E io che cantavo, tutto il santo giorno fino a sfinirti, e tu che disegnavi e cercavi di coinvolgermi.
Che sembrava che inchiostrassi la nostra vita, che facessi la pioggia con la lametta, che colorassi il sole con i pantoni per far si che i raggi non mi scottassero.
E il tempo è passato e continua a passare, come le nuvole dalla finestra della casetta di polly pocket, come le carezze che ci siamo fatti e gli strilli che ci tiravamo addosso, che io tiravo addosso a te.
Che è stato difficile imparare a non farlo, ma ho imparato.
Che è difficile diventare adulti, ma ce la stiamo facendo passo dopo passo.
Sempre vicini, nonostante tutto.
E la gente che ci guarda non ci crede che è tutto vero, pensa che sia solo una pausa, ma noi sappiamo che non è così.
E ci si continua ad amare, ed è così difficile spiegare che ci si ama in modo diverso, non per forza meno intenso, non per forza meno vero.
Che l'amore è un sentimento totale e totalizzante e certe volte bisogna smettere di stare insieme per riuscire ad amarsi senza farsi male.

Buon compleanno, questo è il mio regalo, quello vero.

domenica 2 novembre 2008

La donnina e la fiera del fumetto.

-Giorno 1-
Sei del mattino di venerdì 31 ottobre, la nostra donnina in gonna a pieghe e viso addormentato si appresta a prendere il treno che la porterà li, proprio li, dove mai avrebbe voluto metter piede.
Il magico mondo fatto di fumetti, fumettari e fumettisti.
Viaggia tranquilla leggendo il quarto manga della sua vita(perchè sta facendo la brava e si è messa a studiare!) e, quando arriva alla stazione di Lucca, sotto l'infausto presagio di un diluvio universale, si accorge di scendere da un treno di orecchie di peluches e si chiede, per la prima volta, cosa diavolo ci fa in quel posto.
Arriva in fiera, complice un ex fidanzato adorabile circondato da altrettanto adorabili amici, uno dei quali semisvenuto su una gelida sedia del piccolo stand legionario, inizia il giro in fiera.
Poi arriva lei, la vede da lontano quella grappettina colorata, e si abbracciano come se non si vedessero da mesi,cosa vera, cercando di non dare troppo nell'occhio, gran bugia.
Inizia il giro, saluta di qui, bacia di li, abbraccia di su, sfotti di giù.
E, dopo una serie di strambe cose, caffè presi con famosi sconosciuti che conosci in un attimo, chiacchere con gente varia con sottofondo di sudore di altrettanto varia umanità arriva la sera, innaffiata da tanto vino, e la notte, durante la quale si condivide un letto con l'ex di cui sopra, per scoprire che proprio non si riesce più a dormire nel lettino.

-giorno2-
Sveglia presto, che ci sono da fare i turni per la pipì, tra uomini che russano ancora e altri che si grattano le palle. La vita di una donna in mezzo a 6 uomini non è proprio semplice. Colazione e si cerca lavoro, tra gente che sbianca appena scopre che studi a Roma, altri che dimostrano una gentilezza tale da far supporre di avere la camicia aperta un bottone di troppo, altri che non ti lasciano un biglietto da visita che terrai e prendono il tuo che è, di certo, finito nel cestino un secondo dopo.
Comunque la nostra eroina, di rossonero vestita, con delle calze da gothic lolita che fanno un po' fiera del fumetto, si aggira confusa tra gli stand ,passa del tempo con qualche amico, incontra gli sposini in tour e un certo numero di persone che sembrano essersi radunate li al solo scopo di turbarle la giornata.
Poi qualcosa scatena l'angelo del karma, o forse la sfiga pura.
E' ora di andare via, un po' in anticipo.
La nostra eroina arriva in una stazione iper affollata e prova a prendere un treno sul quale non riuscirà a salire, nel giro di 15 minuti entrambe le sue deliziose scarpine da Mago di Oz autodistruggono, corre nel bagno della stazione, un bel wc alla turca, per indossare gli stivali. Vi lascio solo immaginare la scena.
Per concludere resta a Lucca, va a cena con tanti amici e diventa per un po' Anna.
E poi dorme per terra, più comoda del giorno prima, a dire il vero, nonostante gli uomini russanti intorno.

Al mattino è tutto pronto per il ritorno a casa, colazione volante e mille ore di treno.

Ci sono tanti ringraziamenti da fare, tanti nuovi amici, qualche lontananza che fa un poco male.
Ah, c'è anche qualche scusa...
Ai lettori che mi hanno fermata per salutarmi chiedo scusa, non sono ancora preparata per questo e l'imbarazzo non mi permette di essere disponibile e gentile come dovrei. Grazie, comunque, siete stati tutti deliziosi.