mercoledì 30 gennaio 2013

feel

click.
certe volte vorrei che il mio battito di ciglia fosse in grado di immortalare un istante.

a sinistra, sul mobile scuro, un posacenere. dentro, una sigaretta che si consuma, da sola. il fumo sottile si perde in una minuscola spirale chiara..
i colori sono quelli giallo aranciati delle foto passate in seppia. dentro è buio, mentre lascio alle mie spalle la luce accesa.
da terra, uno sgabello scuro tra le gambe del quale si intravedono piedi ben allieneati.
il bacino solido sormontato da un busto largo e snello, coperto di grigio.
le spalle lievemente disallineate, una sublime disarmonia che sa di dipinti d'altri tempi.
la nuca bianca che brilla, quasi, nel buio,lasciando intravedere chiare piccole lentiggini verso la schiena.
i folti ricci disordinati che rompono quel biancore e si perdono nelle ombre riflesse sui vetri della finestra.

l'immagine, se esistesse, non racconterebbe l'odore leggero di fumo e bagnoschiuma, gel per capelli e shampoo alla cannella, il suono contenuto dei passi dei miei piedi nudi sul pavimento freddo, mentre entro, mentre mi avvicino, mentre tocco con un bacio quella nuca chiara.

l'immagine non racconterebbe il suono delle sue dita sul piano. leggere, certe volte perse, ma sempre in volo. non racconterebbe di quelle vibrazioni sonore in tutta la stanza, nel silenzio della notte.

e niente riuscirebbe a descrivere la sensazione di uno spazio solo suo, nel quale non potere lasciare altro che un lieve bacio sulla nuca, accompagnato dalle dita che scivolano dalle orecchie al bordo morbido della maglia.

nella mente. per sempre.
tra le immagini da collezionare.



mercoledì 23 gennaio 2013

imparare

Pochi giorni fa questo blog ha compiuto 5 anni. Di amori altalenanti, di passioni concrete e di cambiamenti irreversibili.
5 anni di passi sull'asfalto rovente e di pioggia in faccia. Cinque anni che se mi hanno portato ad avere il viso sbattuto che ho stamani sono stati fottutamente intensi.

Qualche tempo fa pensavo che, contrariamente a quanto il mondo sembri pensare di me, se avessi dedicato allo studio e ai doveri metà del tempo che ho dedicato all'amore in ogni sua singola folle forma, sarei adesso premio nobel per qualcosa che non so.

Eppure, nonostante l'impegno non sono premio nobel di affetto. Anzi.

Com'è che mi dicevano da piccola? la bambina è intelligente ma non si applica.
In effetti non mi applicavo. Ero solo in grado di volere bene e ne volevo a pacchi, a confezioni famiglia.
Ma, probabilmente, ora, da grande, mi rendo conto di stare perdendo tempo ad applicarmi, nell'amore, senza però essere intelligente.
Lasciando che chi mi sta intorno mi intrappoli sempre in una fitta rete di interdipendenza che mi rende profondamente felice, appagando il mio bisogno di destare interesse, e mi svuota lasciando di quei pacchi d'amore, di quelle confezioni famiglia, solo scatole vuote.

E sono giorni di labbra, desideri, graffi e mani. Di occhi lucidi, teste sulle ginocchia, dita tra i capelli e parole. E pugni, musi e denti stretti.

come sempre.
forse.


domenica 20 gennaio 2013

che, in fondo, io, scrivo sempre d'amore



scrivo con la pelle ancora segnata dallo scorrere di dita nuove, di occhi tristi e sorrisi belli.
vedo soffrire gli altri, per questo dannato amore. come ho sofferto io, forse più di quanto ho sofferto io, che sono, alla fine, quella stronza gelida e razionale della quale tanto si parla e che a me sembra una stramba invenzione di qualcuno che così poco mi ha conosciuta.

Che poi soffrire non serve a un cazzo se non a farci venire voglia di amare ancora, di sognare un amore diverso, di sognare diverse labbra da baciare, un diverso odore sul cuscino, passi più leggeri sullo scricchiolante pavimento delle nostre vite.

E se foste in grado di vedere la mia anima solo scoprendo la pancia, ci trovereste sopra delle bellissime cicatrici, di quelle antiche, che sembrano millepiedi, di pelle ricucita a mano da un infermiere giovane in un ospedale di periferita. Se foste in grado di vedere il mio cuore, solo scostando il seno, ci trovereste dentro un sacco di gente, bella e meno bella, intenta a far cose, a costruire, distruggere, dipingere e pensare.
Se foste in grado di guardare i miei occhi, al mattino, senza trucco, li trovereste più limpidi di prima, meno felici, forse, ma più veri.
Vivi di un entusiasmo che sa di scoperta. Di me. E di quel nuovo al quale staccare a morsi minuscoli brandelli di dolore.
Perchè ognuno nella sua vita è quello che è.
E io adesso sono benessere in pillole.

Se foste davvero in grado di capirmi adesso, vi accorgereste che il sangue che fino a poco tempo fa gocciava dai mille tagli sul petto è ora in forma di minuscole pasticche rosse, traparenti e limpide. capaci di guarire. forse solo di placare.






giovedì 3 gennaio 2013

battaglie, corse, amori, graffi

Un anno fa, di questi tempi scrivevo che si era appena chiuso uno degli anni peggiori della mia vita, forse il peggiore, non ricordo.
Non era così, se pensavo di non potere scendere più in basso allora mi sbagliavo.
Il dolore di quest'anno non è paragonabile a quello mai provato in passato.
Un dolore senza rabbia.
Un dolore che non ho strillato, a che si è posato dentro ed è tornato su dopo ogni scossa. Come le palle di vetro con la neve.
E di scosse quest'anno ne ho avute tante, problemi legali, follie da gestire, un lavoro perduto, debiti ancora da saldare con metà dei miei amici, un amore perduto, un sogno infranto.

Eppure oggi, con le lacrime agli occhi penso che lottare è l'unica cosa che so fare, quindi con un sorriso a mezza bocca, come quello che mi sono scoperta fare, gurdandomi in video, mi concentro e penso a quello che ricorderò tra 5 o 6 anni di questo pessimo 2012.

Ricorderò della soddisfazione di avere distrutto le maldicenze su di me, con eleganza.
Ricorderò di avere scoperto che si può comunicare senza parole, con immagini e mani.
Ricorderò di un sorriso con gli incisivi separati.
Ricorderò di uno show sul un grande palco con il mio Maestro.
Ricorderò di avere scoperto che la gente ha un sacco di roba da dire, se ci si ferma ad ascoltarla.
Ricorderò di lunghe chiacchierate notturne, parlando d'amori sbagliati con un ragazzino splendido.
Ricorderò di carezze sulla schiena e capelli scostati dal viso.
Ricorderò di essermi sentita, qualche volta, bella.
Ricorderò la pelle ruvida del callo del rigger.
Ricorderò amici che accorrono a salvarmi nelle milleuno tragedie di quest'anno.
Ricorderò sonni a cucchiaio.
Ricorderò di camerini specchi e matite per gli occhi.
Ricorderò di avere scoperto che si prova a passare amore attraverso le dita.
Ricorderò della mia timidezza.
Ricorderò delle stupide fughe.
Ricorderò di avere imparato a cucinare la carbonara.
Ricorderò di una casa con il pavimento di legno che scricchiola.
Ricorderò dello smalto rosso.
Ricorderò di chi è ancora in grado di amarmi. Così. Come sono.
Ricorderò del sangue sulle dita.
Ricorderò dei miei denti addosso a te. Dentro te.
Ricorderò macchine fotografiche flash e telecamere.
Ricorderò i miei passi. Tanti da spaccare i piedi. Dall'altra parte del mio mondo.
Ricorderò la mia faccia. Con questi grandi occhi persi.

Ricorderò che dopo è stato tutto meglio.
Che è stata una battaglia senza morti nè feriti.
Una battaglia d'amore, in una vita che corre col tempo, non contro il tempo.