martedì 27 luglio 2010
Fame (e non il telefilm)
Ho lasciato i miei bagagli giù, nel treno nascosto nella pancia di questo grosso traghetto che taglia lo stretto. Sono venuta a guardare il mare. In cerca d'aria, come se mi fosse proibito respirare, lì sotto.
Dietro di me un pezzo di Sicilia va via, con la sua madonnina che si staglia all'orizzonte, e davanti ai miei occhi un pezzo di mondo si avvicina, come un primo passo di un viaggio.
E mi chiedo perchè ho tanta fame, fame d'aria, di libertà, di gambe nude in movimento e di occhi liberi di cercare una luce lontana, senza palazzi intorno.
Mi chiedo perchè il rapporto più aperto della mia vita, quello senza limiti, quello dal quale poter prendere tutto, che prometteva ossigeno per corpo e mente, mi ha lasciata affamata di vento.
Perchè quella libertà promessa è stata per me una gabbia soffocante.
E ora guardo il mondo e le sue luci notturne da qui, lascio che gli occhi scrutino il paesaggio come fossero miopi.
Respiro salsedine e lascio che il vento renda i miei capelli una matassa confusa.
Come il mio stomaco.
Come il mio cuore.
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4 commenti:
Perché sei viva.
La risposta è semplice.
Ne la nave
Che si scuote,
Con le navi che percuote
Di un'aurora
Sulla prora
Splende un occhio
Incandescente:
(Il mio passo
Solitario
Beve l'ombra
Per il Quais)
Ne la luce
Uniforme
Da le navi
A la città
Solo il passo
Che a la notte
Solitario
Si percuote
Per la notte
Dalle navi
Solitario
Ripercuote:
Così vasta
Così ambigua
Per la notte
Così pura!
L'acqua (il mare
Che n'esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l'occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Più lontano
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.
dino campana
vito
oggi ho imparato due cose (meno una) ché una la sapevo già.
la prima (che è un refresh) è che te sei proprio una persona bella un bel po', la seconda è che "fame" è un telefilm
Anonimo: si, lo sono. Ora si.
Vito: Grazie, come sempre.
Digito: grazie, fa bene sentirselo dire, davvero.
eh si, Fame è Saranno famosi!
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