martedì 26 maggio 2009

Colori



Sto sempre nel piccolo spazietto che mi sono concessa.
Comoda e al caldo, come se solo quello potesse proteggermi.
Ho imparato a essere un ciclone, nella vita di chi percorre un pezzo di strada con me.
Do tutto quello che posso, rimanendo nel mio angolo nascosto.
Senza invadere lo spazio personale, senza essere un peso.
Cammino in punta di piedi, lascio in giro regali e pezzi di me, e torno a rannicchiarmi, aspettando che arrivi qualcosa.
E quindi ho imparato a non chiedere, a prendere soltanto quello che mi si dona.
E ho perso l'abitudine a dare, senza sentirmi di troppo, senza pensare di essere sempre nel posto sbagliato.
Un posto nel quale una carezza può essere fastidio, un telefono che squilla una rottura di scatole, una richiesta di attenzioni un capriccio.
E adesso mi trovo circondata di muri, nel mio angolo nascosto.
Sempre più spessi e alti.
Sempre più difficili da buttar giù.
Quindi facciamolo.
Andiamo a comprare i colori, scegliamo insieme le tinte adatte a dipingerli.
Li voglio colorati di mille sfumature.
Rendiamoli belli. Mentre io lavoro per ricavare una porta in uno di essi.

lunedì 25 maggio 2009

pop corn e pecorino


Wifi art, ieri sera al circolo degli artisti.
Fumettisti e appassionati, accompagnati da amici annoiati, armeggiano intorno a tavoli colmi di pennarelli e matite, colori e boccette di china.
Io, chiaramente incapace di disegnare qualcosa che non sia un sole con i peli, mi dedico ad altro, prevalentemente al cazzeggio.
E grazie all'amico Galliccia, sfioro uno dei picchi massimi del mio filosofeggiare sull'amore.

F: me spieghi sta storia del pop corn?
B: no Fab, è una cosa tra me e Micolina, ma riguarda l'amore.
F: ma se i tre mesi del popcorn*(di facebookiana memoria)so quelli dell'amore, uno come fa coll'amore a scadenza?
B: eh?
F: quanno sai che una cosa deve da finì in tre mesi, come la chiami? Che so? I tre mesi de che?
B: Sono i tre mesi der pecorino, Fab, der pecorino.



*definizione venuta fuori durante una telefonata con la meravigliosa signorina Beltramini che disutendo con me sull'amore ha detto: io i primi tre mesi che sto con una persona ci starei sempre insieme a far l'amore vedere film e lanciarci popcorn.
E io ho risposto: se uno vuole stare con me tutto il giorno per i primi tre mesi lo denuncio e gli faccio mettere i 100 metri dalla polizia, la roba dei popcorn la posso fare i secondi tre mesi.
Da lì la legge che governa non solo i rapporti ma l'universo intero.
I TRE MESI DEL POPCORN.

A testa bassa mi congedo.

venerdì 22 maggio 2009

le principesse Disney, lo scopino, la bestia e altre storie.


Quando la giornata inizia con la tua coinquilina che ti trova in lacrime mentre mangi cereali integrali immersi nel latte scremato guardando la trasmissione del mattino di Barbara D'Urso, devi capire che qualcosa non andrà per il verso giusto, ed è veramente il caso di chiuderti nella tua stanza a studiare per il benedettissimo esame della prossima settimana.
E invece no. Ti rapporti col mondo.
Inizia a parlare di te stessa in terza persona come se scrivessi ininterrottamente stati su facebook, impari a memoria tutta la gerarchia delle pricipesse Disney per scoprire che quella stronza di Biancaneve è la più nobile e non importa un fico secco a nessuno che Ariel sia figlia di una divinità, ma soprattutto che Pocaontas non vale niente nonostante sia la più figa di tutte.
E poi esci dalla stanza e rendi partecipe la coinquilina di cui sopra della tua riflessione, le chiedi un parere sui gusti sessuali della Bestia e lei ti risponde,cito testualmente, "La bestia se la fa con lo scopino".
Non devo aggiungere altro, vero?
Ai miei nipoti racconterò di Cappuccetto Rosso e del Lupo. O forse è meglio di no.

martedì 19 maggio 2009

Normali pomeriggi romani. O no?




Che la Caffarella fosse un parco incontaminato e un poco isolato io lo sapevo.
Che magari fosse un pochino pericoloso, poco adatto a due ragazze sedute sotto un albero in un pomeriggio torrido era cosa nota.
Ma che il pericolo fosse rappresentato da un certo numero di pecore al pascolo proprio non era prevedibile.
Le sei del pomeriggio di questa primavera romana, io e Furansu siamo al parco a chiaccherare all'ombra. Si parla di viaggi e amore, di Stati Uniti e Giappone, di amici in comune e nemici.

DLENG

B: Fra mi sa che c'è qualche pecora.
F: Si vabbè, mica verranno qui.
B: Mi sa di si.

Le donzelle si alzano, sfuggendo alle pecore in corsa.
Continuano la loro chiaccherata.

B: Fra non farlo più. La prossima volta guardami negli occhi e chiedimelo. Se no ti vengo a prendere fin sotto casa.
F: *sorride con quel sorriso che ha solo lei* Ok.

DLENG

DLENG

DLENG

DLENG DLENG DLENG DLENG
DLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENG

B: Fra abbiamo un problema.
F: * sguardo interrogativo*

DLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENGDLENG

Beatrice tira Furansu per il braccio con violenza e lancia entrambe verso il prato sotto il vialetto.

F:*arisguardointerrogativo*
B: Guarda!

In una nube di polvere, decine di pecore scampanellanti in corsa fanno tremare il suolo.

F: Cazzo. Schiacciate dalle pecore no!


Per la cronaca, siamo vive. Senza un graffio nonostante il salto verso il nulla per salvarci da quei divertenti animaletti lanosi.

domenica 17 maggio 2009

tavolini bassi

Un anno di distanza. Stessa identica domanda.
Solita risposta: "No, a me non succede praticamente mai".
E mi trovo ad analizzare le differenze. A capire chi ero e chi sono. A scovare piccoli cambiamenti nell'essenza stessa della mia personalità, del mio modo di vivere e di agire.
Lo scorso anno di questi tempi stavo male, godevo di piccoli momenti di gioia che qualcuno mi regalava senza riuscire a dare praticamente niente.
E avevo paura.
Una paura fottutissima di farmi male.
Adesso tutto è diverso.
Mi avventuro in territori inesplorati, regalo attenzioni a molte persone, prendo quello che chi mi sta intorno ha da offrire senza chiedere di più.
E non ho paura. Nessuna paura di cadere, nessuna paura di farmi male.
Perchè ormai so qual'è il mio limite di dolore, e so che posso sopravvivere. E so che posso sbattere contro i famosi tavolini bassi della mia vita, e riempirmi di lividi e di graffi. Posso avere segni di denti e unghia. Ma sono abbastanza forte da non farmi distruggere.
Ho i miei limiti e me li tengo stretti con la consapevolezza che saranno loro a proteggermi.
Guardo avanti. Saranno mesi strani, difficili e belli. E io sorriderò. Quasi sempre.

giovedì 14 maggio 2009

D&D o meglio il ritorno a nerdolandia.


Negli anni ho imparato che i fumetti non fanno cagare, che i disegnatori guardano il culo delle donne con la scusa di studiarne le pieghe dei pantaloni, che una sceneggiatura può essere incomprensibile e che quelli che spendono mezzo stipendio per comprare terribili statuine di plastica colorata alle fiere del fumetto non sono tutti scemi.
Ho anche imparato che le fumetterie non sono il nemico e che non mi autodistruggo alle fiere del fumetto.
Ok, lo so che frequentare fumettisti e simili mi lancia direttamente nella magica e affollatissima nerdolandia ma, capitemi, trovarmi in una stanza con 5 persone che giocano di ruolo mentre io studio giapponese concentrandomi perfettamente su ogni singolo maledettissimo kanji è ancora cosa difficile da accettare.
Che poi tra punti abilità, bonus sapienza, lanci di dadi, malus per il combattimento in spazi ristretti, cazzi e mazzi(che ci sono sempre i cazzi e mazzi, lo sappiamo!) e spiritelli vari, mi sentivo una spettatrice del meraviglioso Turlupinato di Friendiana memoria.

Mi sa che ci rivado a nerdolandia, che mi sono un sacco divertita. Senza offesa!

domenica 10 maggio 2009

mani


Ho camminato guardando le mani dei passanti, l'altro giorno al parco.
Coppie di persone, di sesso ed età differenti, di diversa estrazione sociale, accomunati soltanto dal sole sul viso.
Guardavo le mani. Lungo i fianchi, incrociate, strette a pugno, intrecciate con quelle della persona accanto.
E notavo che tutte le coppie avevano una caratteristica in comune. L'uomo a destra e la donna a sinistra. La mano forte di lui che tiene quella debole di lei.
E io sono mancina, non ho mai offerto la mano debole a nessuno.
Perchè chi si trovava alla mia destra si scontrava con la mia mano forte e chi si avventurava alla mia sinistra mi offriva la sua debolezza in cambio della mia.
E l'altro giorno al parco ho scelto volontariamente di cambiar posto.
Ti offrire il lato più indifeso del mio corpo.
Nella piena consapevolezza di trovare molta forza nella mano debole di chi mi stava accanto.

mercoledì 6 maggio 2009

knockin' on heaven's door

Oggi qualcuno mi ha detto che desidera solo trovare un posto ai margini di questa società nel quale stare comodo.
E ci ho pensato tutta la giornata.
Mentre tornavo a casa, alle nove passate, fuori dalla stazione Tuscolana c'erano decine di senzatetto, che attendevano il loro turno per una scodella del cibo della caritas.
E io mi sono sentita una merda con le mie scarpe di marca e il vestitino da due soldi appena comprato nel sacchetto di plastica.
Mi sono sentita una merda perchè quello che ho non è merito mio, perchè sono nata sana, perchè ho sempre avuto una casa e un posto dove dormire, perchè qualcuno mi ha pagato gli studi fino ad ora, perchè qualcuno si è occupato di me.
E io ho solo avuto il piacere di spendere soldi non miei e di gioire di piaceri che non ho fatto nulla per ottenere.
E quella gente lì forse ha fatto degli errori, forse non ha fatto le scelte che ho fatto io, ma di certo è meno fortunata.
E quello spazio comodo ai margini della società per loro è un sogno.
Se provassero a bussare alle porte del mio mondo forse nessuno gli aprirebbe.
Troverebbero riparo bussando alle porte del cielo. Se esistesse.

domenica 3 maggio 2009

noodles



Pensieri intricati come i noodles crudi.
Che devi tirarli fuori dal pacco tutti insieme, perchè se vuoi mangiarne solo metà devi romperne alcuni.
E io non voglio lasciar briciole, non voglio buttar via tanti piccoli pezzi di pensieri, non voglio immolare niente. E, contemporaneamente, non riesco a mangiare tutto adesso.
Vorrei dipanare metà della matassa di pensieri, quelli più urgenti, quelli senza i quali non riesco a ritrovarmi. E lasciare l'altra metà per i prossimi mesi.
Tra 60 giorni alle 8 del mattino partirà un volo per Tokyo, via Vienna, io sarò lì sopra. In viaggio verso il mio sogno, finalmente, nonostante il ritardo.
Sarò su quel volo da sola, perchè a me non piacciono le scelte semplici, perchè non posso fare a meno di mettermi alla prova.
E lo sto facendo anche adesso, giocando a un gioco difficile che sembra appartenermi ogni giorno di più. E continuo a guardare avanti anche se fa un sacco paura.
Ché sono abituata a camminare attraverso un tunnel guidata dalla luce fuori.
Ma quello che non so fare è camminare sotto il sole, vedendo che davanti a me c'è un tunnel da superare prima di riveder la luce.
Tiro fuori i noodles dalla scatola, scaldo il brodo, taglio i porri e le uova sode, Quasi quasi vado anche a comprare del pesce.
Se devo dipanare la matassa di pensieri, voglio farlo nella maniera migliore.