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giovedì 30 agosto 2012
romanticismo.
le fragoline di bosco, come ricordo di un passato. un passato prossimo che ovviamente non potrà essere futuro.
mentre ero in Giappone, delle amiche italiane mi raccontavano che avrebbero desiderato trovare, al loro ritorno, la persona che amano con un mucchio di palloncini colorati ad accoglierle. A me è venuto da ridere che quasi sono stata maleducata.
Sono così abituata a una vita senza miele che mi schifa anche la normalità, il chiamarsi "amore", il benedetto parlare al plurale, di un noi che sa di ferita, per me.
mi sono così abituata a vivere senza zuccheri aggiunti, senza glutine, senza lattosio che mi sono scordata il valore di quella dolcezza che dovrebbe far parte della vita o, almeno, dell'amore.
ho amato senza amore per troppo tempo, sostituendo le e-mail alle lettere, il riso alla pasta, la soia al latte, le battute alle tenerezze.
sono capace di amare solo love-free. intollerante a ogni dimostrazione d'amore e di cura.
un rifiuto che la mia mente ha a una cosa che in realtà non mi farebbe male.
io le fragoline di bosco posso mangiarle, e posso mettere mezza bustina di zucchero di canna nel caffè, e posso accettare che mi si scostino i capelli dal viso, che mi si baci la fronte e mi si accarezzi la schiena per farmi addormentare.
posso essere in grado di vivere, senza fuggire, un'appartenenza che mi appartiene.
e se cado, almeno, posso pensare di averci messo tutto il bello che ho.
tanto per non sentire di non avere niente di bello da donare.
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martedì 29 novembre 2011
non posso

F. è entrato nella mia vita una notte, con una mail arrivata proprio tramite questo blog. Che fosse un parolaio l’ho capito subito, perché a quella prima mail ha avuto risposta, perché quel suo lieve flirt, che aveva il solo scopo di incuriosirmi toccava le corde giuste. Alcune delle quali giusto sotto le mutandine.
Ma era quel periodo lì, quello in cui il corpo era collegato al cervello, quello in cui le parole sussurrate al telefono facevano più effetto di quelle dette da chi mi guardava in faccia (anche se, certe volte, mi chiedo se quel periodo lì finirà mai).
Avevo ragione, F. era un giornalista, manco scadente, manco brutto, manco stupido. Talmente poco stupido da avermi fatto recapitare, in tempi non sospetti, un regalo che avrebbe aperto le porte a un pezzo enorme della mia vita attuale, arrivato a casa dei miei, un giorno di luglio, mentre ero in vacanza, mentre avevo tempo e spazio per passare notti a scrivere e parlare, di nascosto.
Di nascosto da lei.
Perché lei c’era. Ed era anche carina.
E io ero convinta che non funzionasse, tra loro, come tutte le “amanti” del mondo. Anche quelle virtuali come me.
F. l’ho visto una sola volta, a suo tempo, una sera di settembre. Una sera passata nella piazza sotto casa a bere aranciata e a lasciare che lui osservasse la mia gamba che ciondolava giù dalla panchina. Senza toccarci. Con il suo regalo nella borsa, di nascosto.
Tornare a casa è stato sconvolgente, con un bacio rubato davanti al portone, sfiorato sulle labbra.
F. è scappato, ed è ritornato solo quando gli ho chiesto di farlo. Lui non poteva, non voleva, lui aveva lei e io non avevo futuro per lui.
Il mio più grande errore, quello per il quale l’angelo del Karma mi punì il giorno dopo( il lettore più attento sarà in grado di trovare il post nel quale racconto la mia punizione karmica), è stato provare a essere io a rubare un bacio a un uomo che aveva dignità.
Per F. è stato amore, in una di quelle forme buffe che ha l’amore per me, uno di quegli amori nei quali chi fosse lui, come vivesse, cosa volesse, non importava assolutamente niente. Mi faceva sentire come se amassi, e questo era assolutamente affascinante, il che unito al fatto che mi facesse sentire desiderata, di un desiderio strappa mutande forse, o poco più, aveva un risultato assolutamente esplosivo.
F. è ancora parte della mia vita, in forme sempre diverse e sempre deliziosamente uguali.
Una delle poche persone che ho stimato davvero per quel “non posso”.
Ciao F. lo so che leggi. Sappi che molti anni dopo sei l’unico al quale ho tentato di rubare un bacio.
giovedì 4 novembre 2010
news
Ho comprato le scarpe nuove e qualche vesto scemo ma da donnina in carriera.
Sorrido di quello che mi succede attorno e metto strani musi tutto a un tratto e senza motivo apparente.
Il corpo fa sempre le bizze e non sopporta più lo stress, il peso non è più un problema e se riuscissi a piacermi direi anche " sti cazzi" ma non è così.
E poi?
E poi sono una scrittrice/traduttrice disoccupata, il che fa ridere, e mi sa che passerò il periodo di Natale a impacchettare calzettoni di lana con mucche di panno attaccate sopra da Calzedonia. Ma in cinque lingue, sia chiaro. E con il nastrino annodato così bene che manco lo tsutsumi (antica arte giapponese di confezionare oggetti regalo).
Vabè.
Facciamo così.
Domani, venerdì 5 novembre (compleanno del nazionale)mi trovate alla galleria Mondo Bizzarro, con MaestroBD, e il nostro libro.
Mondo Bizzarro via Reggio Emilia 33 c/d dalle 18.30
Domenica 7 novembre, invece, ci trovate a Lettere e Caffè via S. Francesco Ripa 100/101 dalle 19
Sorrido di quello che mi succede attorno e metto strani musi tutto a un tratto e senza motivo apparente.
Il corpo fa sempre le bizze e non sopporta più lo stress, il peso non è più un problema e se riuscissi a piacermi direi anche " sti cazzi" ma non è così.
E poi?
E poi sono una scrittrice/traduttrice disoccupata, il che fa ridere, e mi sa che passerò il periodo di Natale a impacchettare calzettoni di lana con mucche di panno attaccate sopra da Calzedonia. Ma in cinque lingue, sia chiaro. E con il nastrino annodato così bene che manco lo tsutsumi (antica arte giapponese di confezionare oggetti regalo).
Vabè.
Facciamo così.
Domani, venerdì 5 novembre (compleanno del nazionale)mi trovate alla galleria Mondo Bizzarro, con MaestroBD, e il nostro libro.
Mondo Bizzarro via Reggio Emilia 33 c/d dalle 18.30
Domenica 7 novembre, invece, ci trovate a Lettere e Caffè via S. Francesco Ripa 100/101 dalle 19
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