mercoledì 31 dicembre 2008

Grazie

Fuori piove e io tiro le somme dell'anno che sta per terminare.
Sorrido.
Perchè è stato un anno assurdo. E non ci sono altri aggettivi.

E voglio solo fare dei ringraziamenti.

Mic perchè è stato un'onda anomala. Mi ha colta di sorpresa e ha mandato in pezzi tutto quello che credevo di essere, per poi aiutarmi a scegliere quali mattoni usare per costruire una nuova me.
E' stato un uomo, un amico, un collega insostituibile.

Micol perchè è arrivata nel momento giusto, e mi ha salvata.
Perchè se il mio angelo del Karma ha una forma è quella di uno scricciolo popputo con capelli variabili e sorriso meraviglioso.

Andrea perchè riesce ancora a star dietro a questa palla pazza. Perchè le cose cambiano e lui resta sempre deliziosamente accanto a me.

Elena che è arrivata sul finire dello scorso anno e mi ha tenuta per mano durante tutto questo.

E poi...
Giulia che dopo sei anni è una costante nella mia vita. Perchè è sempre dalla mia parte perchè ride e piange con me, perchè mi sostiene nelle mie cazzate.

Rossella che è tornata dopo troppo tempo ma ha ripreso il posto che è sempre stato suo.

Danilo perchè continua a credere che io sia migliore di quel che sembro e perchè regala tenerezze alle quali non sono più abituata.

Silvia che è l'ammorins e non c'è altro da dire.

Lucia, Cristina, Claudia perchè cambiano, evolvono, si trasformano ma restano sempre le persone che amo.

Laura perchè non tutti riescono a entrarmi nel cuore in così poco tempo.

Raffaella perchè ogni volta è come se il tempo non fosse passato

E ancora...
Fumettisti e Fumettari, perchè non mi ero mai trovata in mezzo a gente così fuori di testa.
Quindi Marco(che mi sopporta e supporta nella scrittura), Luca, Fabrizio, Lorenzo gli amici di Lucca, quelli incontrati varie volte e quelli mai visti.

E l'uomo con il broncio perenne perchè nonostante il caratteraccio si è fatto volere bene
E l'uomo del pisolino perchè prima certe cose non le avrei mai fatte. Ma questa è una di quelle da raccontare ai nipoti.

Il cucciolo d'uomo arrivato sul finire dell'anno, perchè è un sorriso nei difficili giorni catanesi.

Spero di non aver dimenticato nessuno, ma è successo di certo. Mi concedo la possibilità di editare.

Buon anno nuovo a tutti.

martedì 30 dicembre 2008

restare

Ci sono cose che vanno fatte.
E rimanere a Catania, a regalare sorrisi a un pezzo di cuore che sta in ospedale, è una di quelle cose.
Ho rinviato tutto.
Prenoterò biglietti per Milano e Bordeaux nelle prossime settimane, riprenderò a studiare 10 ore al giorno.
Ma adesso resto qui, perchè mi sentirei sporca se non lo facessi.
Perchè alla fine questa sono io.
Sorrido comunque, stamane. Perchè so che qualcuno sorriderà nel vedermi entrare in quella stanza bianca, oggi pomeriggio.

venerdì 26 dicembre 2008

La ragazza dello Sputnik

-Credo che in questo momento tu stia tentando di mettere te stessa in una nuova struttura narrativa. Sei troppo presa da questa operazione per avvertire la necessità di esprimere le tue sensazioni in forma di scrittura. Non hai lo spazio mentale per farlo.
- Non sono sicura di capire, ma tu per esempio, anche tu metti te stesso in una struttura narrativa?
- Più o meno tutti mettono se stessi in una struttura narrativa di qualche tipo. E naturalmente anch'io. Pensa all'albero di trasmissione in un'auto. E' come una trasmissione che si interpone tra te e il duro mondo della realtà. Regola l'azione della forza che viene dall'esterno utilizzando un ingranaggio, la accetta e la trasforma con facilità. e grazie a questa funzione protegge il fragile corpo delle persone. Mi segui?
Sumire annuì leggermente.
- Più o meno. E io non mi sarei ancora adattata a questa nuova struttura narrativa- è questo che vuoi dire?
- Il problema più grosso è che tu non sai ancora di che racconto si tratta. Non conosci la trama, e lo stile è ancora tutto da definire. Conosci solo il nome della protagonista. E tuttavia, ciò ti sta cambiando realmente. Con un po' più di tempo, credo che questo nuovo congegno narrativo comincerà a ingranare in modo da proteggerti, e che tu riuscirai a vedere in un modo nuovo. Ma ancora non sei pronta. E naturalmente sei esposta al pericolo.

Murakami Haruki, La ragazza dello Sputnik.

martedì 23 dicembre 2008

A Natale siete tutti più buoni. Io mi dissocio.


E quindi parlo male di qualcuno.
E siccome questo è un blog serio e professionale, io parlo male di uomini.

Durante una telefonata fiume con la mia scrittrice preferita è venuto fuori che gli uomini sono dei semplicioni ma hanno grossi problemi che noi complicate donnine non sospettavamo avessero.

Potremmo suddividere questi problemi in poche categorie.

1 I demoni interiori.
Ve li immaginate come dei piccoli alien puzzolenti che vengono fuori dalla bocca del vostro uomo senza che lui abbia mangiato del kebab.
Voi non lo sapete, ma quella sera che resta a casa di cattivo umore non sta giocando alla wii e non si sta nemmeno ammazzando di seghe. No, lui sta combattendo i suoi demoni interiori.
Una lotta impari, violenta e che ha spesso conseguenze disastrose quali “ cara non ci vediamo, ho bisogno di star solo”.
Non fidatevi, donne.
(consiglio la lettura del post dell’amica di cui sopra specializzata in "cumuli di sofferenza")

2 Sono bravo sono bello sembro quasi tuo fratello.
E’ uno di quegli ometti deliziosi, intelligenti e carini dotati di un fantasmagorico sex appeal pari a una pianta grassa.
L’ometto non se ne rende conto e si comporta come se tu fossi la stronza della situazione semplicemente perché, dopo i primi due appuntamenti, decidi che non è la persona giusta alla quale mostrare il nuovo completino intimo.

3 Sir Lancillotto
“Non voglio farle del male, giovine delicata donzella”
Eh si. Siamo tutte delicatine, pericolosamente attratte da uomini cattivi che hanno nei nostri confronti un occhio di riguardo.
Perché si sa, noi donne ci innamoriamo immediatamente di chiunque, mica siamo come gli uomini.
Se uno ci bacia il giorno dopo siamo sotto casa sua con i cornetti caldi e il caffè latte(e quando sorge il sole dire buonanotte...)
Categoria molto pericolosa i Sir Lancillotto, perché si vendono bene e vi fanno quasi credere di essere dei bravi ometti.

4 Geimsdin
Partiamo dal fatto che James Dean nella vita non era come nei film. Ed era pure basso.
I Geimsdin sono i maschi belli e dannati. Che si sforzano di fare l’occhio alla Scamarcio mentre gli viene fuori l’occhietto da miope.
Mi sono sempre stupita di come le donne ci caschino sempre.
Se lui ti guarda e non parla non sta proteggendo riflessioni profonde.
Semplicemente non ha un cazzo da dire. Stop.


5 I Profumieri
La categoria più inaspettata. Si pensava fosse prerogativa femminile.
E invece ci sono uomini che credono di essere i fighi come quelli che fanno provare i profumi alla Rinascente di Piazza del Duomo.
Sono lì, belli come il sole, con un sorriso bianchissimo.
Ti guardano, te lo fanno odorare ma poi si riprendono la boccetta.
E tu torni a casa con un lieve odore addosso e nient’altro.
Le scuse sono tante. Si va da non sono pronto a è una questione di igiene, da sei deliziosa ma a dopo potrei non essere all’altezza delle tue aspettative .
Ora la domanda è una.
Perché ci avete provato per mesi? Cioè noi non volevamo darvela, voi vi siete messi in testa che la volevate e quando noi pensiamo che darvela potrebbe non essere un errore non la volete più?


E con questo concludo la mia filippica.
Ah, com’è bello camminare senza sassolini sotto ai piedini.

domenica 21 dicembre 2008

Mercato

Camminare per la città di domenica mattina.
Sentire le voci del mercato da lontano, l'odore del pesce e dei cedri.
Unica rossa in un internet point color caffelatte.
Mi sento turista nella mia città, ne osservo i volti così diversi dal mio, la pelle baciata da un sole che esiste solo qui, mi lascio attanagliare da nostalgie e paure.
Sono malinconica, come sempre quando sono a Catania, contenta di incontrare vecchi amici e di sorridere con cugini ritrovati.
Questa è sempre l'altra metà del mio mondo, piena di pensieri da ignorare, piena di ricordi da cancellare.
Ma adoro certe piccole emozioni di questo posto.
E il giorno di Natale voglio andare al mare, voglio leggere Murakami Haruki seduta su uno scoglio, con la salsedine sulle labbra.

giovedì 18 dicembre 2008

partenze


Uscirò di casa tra quattro ore e non tornerò per diciotto giorni.
Ci saranno parenti da salutare e nipoti con i quali giocare, qualche giorno da commessa e qualche altro da figlia.
Cercherò anche di essere una sorella migliore anche se non è troppo facile.
Ascolterò nuova musica e guarderò nuovi occhi, rivedrò facce amiche e volti quasi dimenticati.
Incarterò più regali di quanti ne scarterò.
Sarò costretta a simulare qualche sorriso e scoppierò in qualche fragorosa risata.
Parto per il solito mondo parallelo, nella speranza di riuscire a starci bene dentro, nella speranza di non tornare più stanca di adesso.

lunedì 15 dicembre 2008

Bea, la coinquilina e il termosifone


Per la serie le disavventure della donna più goffa dell'universo...

Ore 18.15, esco dalla doccia e scelgo cosa indossare per una serata tra amici, tocco il termosifone e lo sento tiepido, devo far uscire l'aria.

Chiamo la mia coinquilina che prende la pinza apposita e inizia a svitare la valvolina.
Bastano pochi secondi, inizia a scorrere un fiume d'acqua, salta via la valvola e noi ci troviamo a fronteggiare i litri d'acqua bollente che vengon fuori dal termosifone.
Io prendo le coperte che stavano sul letto e blocco il flusso ustionandomi tutte le dita, la coinquilina vola in cucina e torna portando con se un cucchiaio di legno.
La guardo spaesata e lei con un coup de théatre usa il manico del cucchiaio per fermare l'acqua e salvare la mia stanza dall'inondazione e me dall'ustione definitiva.

A quel punto inizia la fase due.
Rimettere la valvolina.
E lì in accappatoio munita di secchio salva ondate e con una mano sul cucchiaio sono pronta a permettere a lei di risistemare il tutto.
Il primo tentativo ha il solo effetto di inondare anche il corridoio e di scottare la mia pancia ma il secondo è risolutivo.

Siamo salve, ustionate ma salve.

post di servizio

Cazzeggion cazzeggioni un certo numero di utenti anonimi arrivano in questo blog per commentarlo in modi vari e sempre molto divertenti.
Questo però causa qualche difficoltà di comprensione a me e ai lettori che passano di qui.
Come si fa?
Facciamo ruba bandiera?
Numeriamo gli anonimi in modo che io possa sapere con chi sto parlando?
Insomma ragazzi, fatemi capire chi scrive cosa, non voglio firme né nomi, voglio semplicemente che mettiate una sigla o una lettera alla fine del vostro commento.
Questo blog è sempre stato aperto a tutti e sempre lo sarà.
Ogni parere, critica, polemica o complimento sarà ben accetto.
Ma devo evitare che si faccia troppa confusione.
Sarà mica intellettual-chic questo post?
Ha ha ha.
Ridendo vado a dormire.

giovedì 11 dicembre 2008

gocce

Diluvia da giorni qui a Roma.
Pioveva anche stamane, quando in tuta e giubbottino di lana sono uscita dalla palestra per tornare a casa.
Camminavo sotto quelle gigantesche gocce d'acqua, con quel vento che spaccava le labbra e screpolava il viso.
Lettore mp3 e mani in tasca, perchè io amo camminare sotto la pioggia.
E mentre Alanis cantava una delle mie canzoni preferite il sapore della pioggia diventava salato mescolandosi con le mie lacrime.
Chi mi conosce bene dice sempre che io non piango mai per dolore, piango solo per rabbia.
E oggi piangevo e cantavo, lasciando sbalorditi i passanti.
Non sono più abbastanza piccola per fare queste cose, ma oggi ero sufficientemente incazzata da fregarmene della gente.
E sono arrivata a casa con i vestiti inzuppati di pioggia e sudore, il viso che faceva male e le labbra che sanguinavano. E 15 minuti dopo uscivo da una doccia bollente sorridendo per l'odore di neonato della mia pelle. Ed ero leggera.

mercoledì 10 dicembre 2008

The Jackson five


Ora parliamone, che non ne parliamo da un sacco di tempo.
Al momento abbiamo in ballo:
-Io vorrei non vorrei ma se vuoi.
-Sei tu o lei ma tutte e due vorrei.
-Ti amo e poi ti odio e poi ti amo e poi ti odio e poi ti amo.
-Non ho l'età per amarti non ho l'età.
-Scusa se ti amo e se ci conosciamo da due mesi o poco più.
E' chiaro che non stiamo parlando di canzoni, vero?

Mi sa che mi dedico al cinema, che è meglio.
Alla sala sotto casa danno "Io ballo da sola".

(Si scherza, non me ne vogliate.)

lunedì 8 dicembre 2008

Il lavoro delle 3 M

151 pagine di traduzione sono da poco nella casella di posta elettronica del mio editor.
Non è la prima traduzione della mia vita, è chiaro, ma reputo questo lavoro il mio vero esordio.
E' un bel lavoro, e sono sicura che dopo esser passato sotto le grinfie del mio capo, sarà anche una cosa fatta per benino.
E ora aspetto, come un padre fuori dalla sala parto, che mi si dica se ho fatto un buon lavoro.
Sorrido adesso, sorrido perchè ho fatto un passo piccolo ma molto importante.
E domani si riprende a studiare, perchè adesso la voglia c'è.
E se questo lavoro fosse servito solo a farmi trovare la passione perduta, sarebbe comunque valsa la pena di farlo con tutta la cura possibile.
Questo anno è stato imprevedibile. E devo ringraziare soprattutto chi ha preso un posticino nella mia vita e ha deciso di non mollarlo più, nemmeno quando star li faceva male.
Non scrivo altro, sai già tutto.
(Da oggi c'è una nuova etichetta per i miei post, e ne vado fiera.)

venerdì 5 dicembre 2008

moon


In questi giorni sono una palla, lo so.
Passo le giornate davanti al pc e sono pallida perchè prendo veramente troppo poco vento in faccia.
Ieri qualcuno mi ha detto che non dovrei tradurre la sera, che dovrei coccolarmi un po', e forse ha ragione.
Che poi mi distraggo un sacco, e le ore di lavoro effettive sono molte meno di quelle passate con il sedere sulla mia sedia fuxia.
E ora mi accorgo che dalla mia finestra non si vede la luna, malamente sostituita dalla lampada sopra la mia testa.
Nella vecchia casa in periferia la luna era sempre lì a guardarmi e, in estate, quando tenevo la finestra spalancata, il cielo era l'unica cosa che riuscivo a vedere mentre mi apprestavo a dormire.
Niente antenne nè palazzi davanti ai miei occhi, solo il blu scuro del cielo con quei piccoli pois che sono le stelle al limitare della città.
Ma qui ho nove piani di civiltà varia che limitano la mia visuale, nove piani di uova fritte e pianti di bambino, nove piani di chitarre strimpellate e sveglie dimenticate.
Nove piani di vite che mi incuriosiscono ma che mi tolgono il respiro.
Questa notte è così.
Spengo la luna sulla scrivania, e vado a letto.
Che domani alle sette suonerà la solita sveglia, la sveglia di qualcun'altro.

martedì 2 dicembre 2008

il centro dell'attenzione


Traduco abbracci e amori, cene consumate insieme e pisolini sul divano.
Le giornate sono scandite dai punti che devo mettere nei rapporti e le virgole da posizionare nel giusto modo per lavoro.
E' tutta una questione di punteggiatura o, forse, è solo questione d'amore.
Che di amore ne ho tanto da dare e lo do solo al mio lavoro, adesso.
Perchè amare le persone è più difficile che coccolare un testo, con le dita che corrono veloci sulla tastiera e gli occhi che bruciano.
E sono stanca, stanca di chi si sente sempre al centro delle mie attenzioni, di chi ritiene di meritare quello e molto altro senza chiedersi se è capace di dare altrettanto. Sorrido quando mi accorgo che ogni frase scritta viene percepita in modo diverso e che più di una persona è assolutamente certa di essere l'oggetto di quel pensiero.
E sono stanca di dover dire migliaia di parole al giorno, di dover scrivere anche quando non vorrei, anche quando il silenzio sarebbe la risposta giusta. Che se ci si potesse guardare negli occhi non ci sarebbe bisogno di dire nulla, perchè il respiro sarebbe l'unico suono necessario.
E ci sono persone che vorrei toccare adesso e altre che allontanere in questo istante, e certe volte sono la stessa persona e fa un male cane.
Io resto comunque arcobaleno, alla tempesta pensateci voi.