venerdì 30 marzo 2012

le bugie hanno le gambe lunghe, questa volta.

Era carina, davvero. Bel corpo, bel naso, bel sorriso.
Un carattere da costruire, acerbo come la sua età, pieno di desideri colorati come il suo smalto messo male, e di sogni incredibili come la sua voglia di arrivare.
Mi divertiva la sua lieve stupidità, la sua ricerca di una sensualità da filmetto porno di bassa lega, il suo savoire faire di periferia.
Eppure, il mio buon istinto da crocerossina aveva deciso di giocarmi uno dei suoi enormi tiri mancini.
per 44 giorni precisi, secondo le stime della polizia. 44 giorni nei quali è stata a casa mia un totale di 3 fine settimana. Prima di usarmi come base per il suo trasferimento a casa del suo nuovo amico.
Fine settimana durante i quali uscivamo, incontravamo gente, dormivamo nel mio lettone, giocavamo, e discutevamo tutte le sue bugie.
La mia colpa è stata non saperle insegnare a non mentire, non capire che il suo vittimismo altalenante era un modo per coprire i propri errori, che tutte le cattiverie passate, le brutture ricevute erano solo un'invenzione per ottenere la mia cura.
Il 30 agosto, dopo aver fatto 400 km per convincere la sua povera madre ignara a lasciar partire la figlia, per rassicurare il suo fidanzatino che la sua ragazza sarebbe certamente tornata a casa spesso, sono ricominciate le bugie, un cugino inventato, una casa a Roma gratis, passaggi da sconosciuti e appuntamenti al buio.

Era novembre quando dall'oblio nel quale per me era annegata, esclusa una telefonata certificata ricevuta sul mio cellulare mentre ero a Londra per un festival, è venuta fuori con una serie di affermazioni infamanti riguardanti cose che si chiamano: violazione della privacy, abuso, lesioni, limitazione delle libertà personali.
Dichiarazioni pubbliche e private delle quali ho decine di testimonianze.
Con un'unica furbizia, quella di non fare mai il mio nome. Quello di Beatrice, Red Lily, la Bondager. Quella con la quale tutti l'hanno vista in giro, quella con la quale scriveva pubblicamente, quella che tutti hanno capito chi fosse.
Meno furbo non rendersi conto che sarebbe bastato chiamare a deporre tutti coloro che hanno capito dalle sua parole di chi si stesse parlando per certificare un reato, o due o sei, come dice la polizia.
Che dire il falso, in Italia è REATO. Che i tabulati contraffatti sono REATO. Che copiare su una pagina pubblica una conversazione privata è REATO. Che cambiare i contenuti della suddetta conversazione è REATO. Che accusare qualcuno di qualcosa che non ha fatto in Italia è REATO. Che diffamare a scopo di "rovinare la reputazione" di qualcuno è REATO.

Ma ieri, dopo lunghe riflessioni, ho deciso di interrompere il provvedimento a carico di quelle belle gambe lunghe, di quel sorriso falso come le extension che rendevano stupendi i suoi capelli.
Provvedimento che avrebbe avuto, per andare a compimento, bisogno di chiamare in causa tutte le persone coinvolte, tutti coloro che si sono presi la briga di commentare, chiamare, scrivere, dichiarare, dire.
Amici, nemici, conoscenti, gente con famiglie e segreti, mogli, figli e vita vera.
Gente che non ha scelto come me, di essere Beatrice Gigliuto, in arte Red Lily, con faccia e corpo, emozioni e pensieri. Persone che non meritavano, almeno in parte, che io scegliessi per loro.

E adesso, che quelle gambe lunghe zompettano per locali nei quali non metterei piede, che vagano da utenti per i locali nei quali io, da professionista, lavoro con un sorriso sempre aperto, che vivono la vita che evidentemente volevano, penso che 10 anni fa, quando quelle gambe facevano le medie, io vedevo un film di Muccino in cui una tipa carina e stupida che voleva diventare famosa diceva: le brave ragazze vanno in paradiso, io voglio andare dappertutto.

Ci sei riuscita gambe lunghe. Sei arrivata al punto massimo a cui potevi ambire, a quanto pare.

Io ancora no.
Quindi mi volto e cammino. Con le mie gambe cicciottelle che fanno lunghi passi verso una dignitosa ascesa.
Dignitosa.

venerdì 9 marzo 2012

essenzialmente sostituibile



Il triangolo si, l'avevo tenuto in considerazione, fin dall'inizio.
Desiderato addirittura, se mai si fosse trattato di un bel triangolo equilatero, o isoscele, nel quale essere un angolo di almeno 45 gradi.
Ma il triangolo scaleno, in cui essere l'angoletto piccolo a 25 gradi no. non l'avevo considerato.
E ancora meno la sostituibilità con angoletti più comodi, minuti, che in quei 25 gradi ci sguazzano, che sia per grandi capacità o totali incapacità poco conta.

Sostituibilità è la parola di oggi.
Sono essenzialmente sostituibile. C'è sempre qualcuno più bravo, più bello, più interessante o forse solo più facile, gestibile, innocuo, accondiscendente.
Certe volte inoltre è meglio niente. " Sto meglio solo che con te" "Faccio prima da solo che con te"
"Ho bisogno di te"
"Diventerai la migliore"
"Sei Unica"
"Sei essenziale"

Essenzialmente sostituibile.
Essenzialmente rinunciabile.

E non si parla (solo) d'amore.