domenica 25 novembre 2012

PASSI. Yokohama.

Yokohama era per me solo Chinatown. Quanto mi sbagliavo.
Yokohama è stato per me il vero inizio di un viaggio, fatto di passi e pensieri, lacrime, tante, e sorrisi stupidamente rubati da cose a caso.
Un po' così, quella mattina, decisi di non prendere nessun mezzo di trasporto. Un po' così quella mattina iniziai a camminare, a passi svelti verso qualcosa che non sapevo cosa fosse.
Era un mercato piccolo pieno di gente, con tantissima frutta a poco prezzo, almeno per i costi di Tokyo, era gente che ti sorrideva vedendoti passare, era un altissimo numero di half&half, meticci bellissimi di tutte le età, era il mare. Era casa.
Per la prima volta nella mia vita seduta su un prato sconosciuto di un nuovo posto del mondo, leggendo un libro che non ho mai portato a termine, mi sono trovata a pensa e scrivere: " vieni a vivere qui con me?"
Sarebbe stato perfetto, quel posto lontano, per un noi che non esiste più.
C'era tutto, a Yokohama, il Giappone e l'Europa, il pane caldo e le ciotole di miso, palazzi ottocenteschi di marmo bianco e pagode arancioni. L'inglese e il giapponese, insieme, il mare a un passo e mille cose nuove da immortalare.

E passare un pomeriggio al parco, insieme a delle adolescenti curiose della mia vita che correvano a destra e a manca con una vitalità rara da queste parti, mi ha dato la voglia di continuare quel mio viaggio a piedi.
Da quel momento, alla fine del mio viaggio non avrei preso più nessun mezzo di trasporto, a esclusione dei mezzi di collegamento tra una città e l'altra. Avrei goduto di quel pezzo di mondo a piedi. Faticando e certe volte soffrendo. Ma finalmente capendo.