venerdì 26 giugno 2009

E chi più ne ha più ne metta Anzi no che non c'è spazio in valigia.

E' tempo di novità.
Andiamo per ordine.

Sul blog di Andrea Del Campo troverete sei tavole da lui disegnate su una sceneggiatura (hahahahah) scritta da me (hahahahah)con l'aiuto del fido Marco Scali che mi ha spiegato in un affollato bar di stazione termini il minimo indispensabile per non far impazzire un disegnatore.
(a mia discolpa dico che sono stata convinta con la forza dai due tizi di cui sopra a scrivere queste sei pagine tratte da un post di un po' di tempo fa, ho giocato per un'ora alla sceneggiatrice e ho chiuso tutto in un cassetto. Poi il Del Campo, colto da inaspettato tempo libero e tristezza pre abbandono ha deciso di dedicarsi al disegnare bene la mia sceneggiatura scritta male.)

La prima traduzione per Castelvecchi è nelle mani dell'editor e pare essere di buona qualità, adesso mi trovo a tradurre dall'inglese le canzoni di un poeta e mi chiedo da quand'è che io so l'inglese.

Scrivo per la prima volta sotto richiesta per un progetto del quale vi parlerò probabilmente dalla mia stanzetta di Shibuya. Mi diverto nel cercare l'ispirazione che non sono abituata a gestire.

Ho appena preso due scatole di cartone vuote da riempire della mia vita in stand-by.

E mi sono resa conto che 30kg di valigia per tre mesi sono pochi anche per una donna di un certo livello come me. Soprattutto quando almeno 5kg son lavoro.

Secondo voi riuscirò nel primo giorno nipponico a trovare un supermercato che abbia un'ampia scelta di prodotti per l'infanzia in modo da comprare il mio amato bagnoschiuma per neonati.

Dopo questo interrogativo essenziale vado dal medico a farmi prescrivere tutto quello che potrebbe servirmi nel nippomondo.
Che è meglio.

domenica 21 giugno 2009

vestiti

Svariati cambi d'abito negli ultimi due giorni, quasi fossi la valletta del festival di San Remo.
Gonne, pantaloni, scarpe basse e con i tacchi alti, capelli sciolti appena lavati o tirati indietro con la coda alta.
Tra poche ore l'ennesimo aereo, e ancora ore passate a studiare in aeroporto per tornare a una vita normale che normale non è.
Sono stata figlia e sorella, amica,traduttrice, cugina, zia, regalo di compleanno,studentessa, sostegno.
Sono stata stronza, maestrina, tenera, coccolona.
In due giorni sono riuscita a essere dieci persone diverse, tutte complesse.
Mi sono dedicata agli altri, a chi mi aspettava qui da mesi e a chi è rimasto a Roma.
Non ho avuto nemmeno il tempo di pensare se sto bene.
Non importa, avrò modo di pensarci nei giorni nipponici, quando girerò la città da sola e mi riempirò gli occhi di mille novità.
Spengo il pc e metto tutti gli abiti in valigia, anche quelli che non ho avuto tempo di indossare.

mercoledì 17 giugno 2009

in corsa


Arranco.
Tra treni e aerei.
Voglia di ricevere e necessità di dare.
E mi trovo circondata da richieste d'attenzione, da bisogni, da desideri.
E mi faccio in 4 per dormire in un letto singolo in una casa non mia, baciare nasi e passare dita tra capelli brizzolati.
E rispondere al telefono, nonostante tutto, e coccolare e condividere come se niente fosse successo, aspettando che la cicatrice diventi trasparende.
E ieri ho provato pure a fingere di non aver sentito la punta del coltello, ho sorriso e ho chiuso gli occhi per non far vedere che diventavano lucidi.
Sono stata la solita Wonder Woman, quella che non chiede, quella che non ha bisogno.
Ma un paio d'ore dopo ho capito che non era giusto, che così non si costruisce niente.
E l'ho messa in mostra la gocciolina di sangue lasciata dalla punta affilata.
E l'ho leccata via, perchè sono ancora l'unica che hai il potere di guarire le ferite.
Questi giorni fanno male.
Alla pancia e al cuore.

sabato 13 giugno 2009

20

Non scrivo da 10 giorni.
O, almeno, non qui.
Ho inviato mail, riempito pagine word, inventato frasi per siti internet, coccolato persone via sms in almeno quattro lingue, il questo periodo.
Oggi è il 13 giugno.
Tra 20 giorni, a quest'ora, sarò con il santo sedere poggiato su un aereo all'aeroporto di Vienna, destinazione Tokyo.
E ora mi accorgo che manca veramente poco tempo e le cose da fare sono talmente tante che dedicare le attenzioni necessarie alla gente alla quale voglio bene sta diventando quasi impossibile.
E mi sento in colpa, nel vedere occhi che diventano lucidi quando parlo della partenza, nel dovere organizzare le mie giornate agenda alla mano per riuscire a dare qualcosa a tutti.
E poi ci si mettono le situazioni di merda, le cazzate che fanno male, i giorni che sarebbe meglio non vivere.
L'entusiasmo non è ancora arrivato.
Lo vedrò spuntare, insieme al panico, a una settimana dalla partenza, lo so già.
Per il momento vivo il mondo reale, ancora per un po'.

mercoledì 3 giugno 2009

365


Un anno fa ho incontrato una ragazzetta simpatica, per un aperitivo.
Era la fidanzata di un famoso sceneggiatore di fumetti, una scrittrice, una blogger.
Poco altro.
E tutto un mondo.
Che scopro da 365 giorni, ogni giorno, durante le nostre ore passate al telefono a discutere di amore, pompini, lavoro e seghe romantiche. A parlare di emozioni, a raccontarci ricordi e aneddoti, ad ascoltare canzoni facendo colazione.
Raro trovarsi davanti una persona così, faticoso non lasciarsi trascinare nel suo mondo, impossibile lasciarla fuori dal mio.
E ora voi non lo potete sapere cosa significa quando sorride che illumina il mondo, quando il suo buonumore mi fa incazzare a morte, quando mi travolge e sconvolge cantando terribili canzoni strappalacrime.

Ti adoro Micolina.
Ci sposiamo?