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Sto sempre nel piccolo spazietto che mi sono concessa.
Comoda e al caldo, come se solo quello potesse proteggermi.
Ho imparato a essere un ciclone, nella vita di chi percorre un pezzo di strada con me.
Do tutto quello che posso, rimanendo nel mio angolo nascosto.
Senza invadere lo spazio personale, senza essere un peso.
Cammino in punta di piedi, lascio in giro regali e pezzi di me, e torno a rannicchiarmi, aspettando che arrivi qualcosa.
E quindi ho imparato a non chiedere, a prendere soltanto quello che mi si dona.
E ho perso l'abitudine a dare, senza sentirmi di troppo, senza pensare di essere sempre nel posto sbagliato.
Un posto nel quale una carezza può essere fastidio, un telefono che squilla una rottura di scatole, una richiesta di attenzioni un capriccio.
E adesso mi trovo circondata di muri, nel mio angolo nascosto.
Sempre più spessi e alti.
Sempre più difficili da buttar giù.
Quindi facciamolo.
Andiamo a comprare i colori, scegliamo insieme le tinte adatte a dipingerli.
Li voglio colorati di mille sfumature.
Rendiamoli belli. Mentre io lavoro per ricavare una porta in uno di essi.