venerdì 31 ottobre 2008


Tra 5 ore si parte per Lucca( e cacchio vai a dormire, no?)
Sarà la prima fiera del fumetto della mia vita, e questo è uno dei motivi per cui qualcuno mi odierà!
Parto munita di sorrisi, curiosità e biglietti da visita, senza dimenticare di mettere un cartuccera un certo numero di abbracci, che di persone che meritano di riceverli che ne sono un po'.

Ci si vede domenica, ragazzi.

giovedì 30 ottobre 2008


Delizioso e doloroso.
Colto e coinvolgente.
Maus di Art Spiegelman è un capolavoro.
Una graphic novel con le capacità narrative di un romanzo, per una come me che non guarda quasi i disegni.
Non è un fumetto per bambini, è crudo e duro in alcune parti, amaro e pungente in altre.
Fa piangere e sorridere, permette di entrare e uscire in un soffio da uno dei momenti più sconvolgenti della nostra storia recente.







Un " Se questo è un uomo" a fumetti, concedetemi il confronto.
Da proporre come testo scolastico, per i ragazzi dei primi anni del liceo.

mercoledì 29 ottobre 2008

blu


Danzavano oggi, mentre io correvo senza una meta, sudando rabbia e stanchezza.
Ballavano, con i loro body blu elettrico con un fiore bianco e le scarpine in tinta.
Erano tanto diverse tra loro, ma tanto simili alla me di 20 anni fa.
Ruote salti e pirouettes, sorrisi e giochi.
Una, in particolare, mi ha guardata, mi ha sorriso e ha detto: sei bella.
Io l'ho guardata e le ho detto: stavo per dirti la stessa cosa, da piccola ti somigliavo un po', ma tu hai gli occhi più belli.
Erano azzurri, più intensi del body, limpidi come non potranno mai più essere, felici è possibile solo mentre si danza.

domenica 26 ottobre 2008

tried to make it little by little

Girare la città di domenica pomeriggio, passare quasi un'ora in libreria a sfogliare libri di cucina, staccare le orecchie di un orsetto gommoso.
Se vedete una sciocca capace di passare ore seduta su una poltroncina di pelle della Feltrinelli, con 5 o 6 libri sul grembo, intenta a leggere le prime due pagine di ogniuno, probabilmente sono io.
Di solito leggo le prime due pagine di ogni romanzo prima di scegliere quale comprare.
I migliori libri sono quelli che sanno coinvolgerti con 4000 battute, i peggiori quelli che dopo 2000 battute sono tanto noiosi da spedire i tuoi pensieri verso la fermata della metro.
Ma sono l'unica a cui piace il vento sporco che si alza venti secondi prima che il treno arrivi in stazione?
Mi commuove.
Un misto di ansia ed emozione, a dire il vero.
Il cuore accelera, poi perde un battito, e riparte quando la metro si ferma e le porte si aprono.
Oggi mi ha fatto bene uscire di casa, per non pensare a quello che non ho, ai viaggi che non ho fatto, alle scelte difficili da portare avanti.
Mi ha fatto bene ascoltare i Roxette mentre camminavo verso stazione Termini.
Certe volte il buon umore si deve costruire, già ieri mi ero lasciata dominare dalla malinconia, passando la serata a vedere un film su Mishima Yukio.
Oggi dovevo tirarmi su, chè domani è lunedì, primo giorno di una settimana che si preannuncia ricca e stramba.
I'm dressed for success.

venerdì 24 ottobre 2008

il buon giorno si vede dal mattino


Sveglia alle 7.30, con le coinquiline che strillano davanti alla porta del bagno.
E la giornata è segnata.
Faccio finta di niente, balzellon balzelloni vado in palestra, faccio la mia ora di attività bruciaciccia,torno a casa, studio mi preparo un buon pranzo.
Alle tre appuntamento a Termini, con un amico del quale non ho mai visto la faccia.
Arrivo li, niente, non lo trovo.
Chiamo,il numero in memoria è sbagliato!
Attendo 40 minuti poi vado via.(scusa ancora, mi farò perdonare!)
Vado a ritirare i soldi per comprare dei biglietti ferroviari.
Carta smagnetizzata, così, dal nulla.
Vado in un ufficio postale aperto al pomeriggio.

Salve, mi si è smagnetizzata la carta.
Deve andare nell'ufficio nel quale l'ha fatta e richiedere una carta nuova.
C'è un problema, ho fatto la carta a Catania.
Dove?
CATANIA, SICILIA, 900 km da qui!
Eh, deve andare per forza li, qui non posso far nulla.
Ah, ok. Allora ritiro tutti i soldi dal conto.
No, non può, non ha la carta.
Si ma ho il conto, i codici e tutte le cose che servono per ritirare.
Si, ma può farlo solo nell'ufficio nel quale ha aperto il conto.
E' sempre quello di Catania, ricorda? Sicilia,900km?
Si, ma è così. Vada a Catania subito e avrà la carta entro 2 settimane. Arriverà a casa sua e poi lei dovrà andare soltanto ad attivarla...
A Catania scommetto. Comodo!
Eh, si deve fare riferimento all'ufficio di Catania.
Posso farle una domanda? Ho venti centesimi nel portafogli, mi spiega come faccio ad arrivare a Catania?
Prende il primo treno.
E chi lo paga? Poste Italiane?
Si fa fare un vaglia.
Dando per scontato che io abbia una madre che mi verserà dei soldi domattina. La fortuna di avere una famiglia malgrado tutto. Grazie.

Torno a casa, sotto la pioggia, a piedi perchè non posso prendere il biglietto della metro, con i miei venti centesimi in monete da 5 che tintinnano nella borsa.
Il pomeriggio passa tranquillo.
Non mi hanno investita, rapinata, non è crollato l'armadio, certo mi sono fatta la doccia con il tubo della lavatrice ma niente di grave.
Di sera mal di testa feroce. Sono andata a letto alle ventidue. In due ore sarebbe potuto succedere di tutto.

martedì 21 ottobre 2008

due cucine diverse


Che poi, certe volte, la vita sembra prendere una strada tutta sua.
E fai colazione con una persona seduta in una cucina distante 600 km dalla tua, e la sensazione è che stiate bevendo lo stesso caffè. E parli, giochi, ti muovi e vai in palestra.
E cammini, pranzi, ti rotoli tra le lenzuola pulite e stendi i panni appena lavati.
Con addosso il tuo odore e non solo, con le mani tra i capelli, con le labbra screpolate.
Domani saranno tante le cose da fare, per me e per gli altri.
E spero di aver la sensazione, a fine giornata, di aver guidato la mia vita.
Quindi gambe in spalla Bea.
Domani si riparte, probabilmente con la stessa colazione, lo stesso caffè e due cucine diverse.

sabato 18 ottobre 2008

wall-e


Mezzo litro del mio sangue è probabilmente già nel corpo di uno sconosciuto.
E wall-e è il film più tenero di sempre, dolce senza esser melenso, MERAVIGLIOSO.
Ci eravamo promessi di vederlo insieme quando baciarsi era casa e cercarsi nel sonno normalità, ti ricordi quando piansi vedendo il trailer? E' stato come con la codina gelata, una di quelle volte nelle quali faccio venir fuori un poco di umanità.
Che strambo, poi, tornare a casa, mettere dei punti, cambiare definizioni e cercare di sorridere.
Sorridere anche se certe cose toccano, soprattutto in giorni come ieri, con la testa che gira e il cuore che pulsa, il bisogno di una bistecca e la pancia grande quanto un pugno.
Giorni che iniziano con un laccio emostatico e la necessità di essere la solita donnina forte, senza sapere di dover esserlo per tutto il giorno.

mercoledì 15 ottobre 2008

26.900


Per ridurre l'umanità in schiavitù, la pubblicità ha scelto la linea morbida, la persuasione. Viviamo nel primo sistema di dominio dell'uomo sull'uomo contro il quale perfino la libertà è impotente. Anzi, questo sistema punta tutto sulla libertà, è questa la più grande trovata. Le critiche servono solo a dargli più risultato, i pamphlet a rafforzare l'illusione della sua melliflua tolleranza. Vi sottomette con eleganza. Tutto è permesso, nessuno viene a malmenarti se fai casino. Il sistema ha raggiunto il suo scopo: anche la disobbedienza è diventata una forma di obbedienza.

26.900 di Frédéric Beigbeder è un romanzo cinico e sarcastico.
I personaggi sono ben delineati, la narrazione è gradevole e piuttosto scorrevole.
Vale la pena di leggerlo, nonostante non sia un capolavoro della letteratura francese.


Sophie ti ha scannerizzato, poi si è alzata da tavola per uscire dalla tua vita senza riprendere fiato. Ed è strano, quando lei è uscita singhiozzando, lo sapevi benissimo che chi stava scappando eri tu.

domenica 12 ottobre 2008

giusto il tempo del tram


Sul tram vuoto, seduta in una di quelle posizioni che la gente quando ti guarda si chiede come fai a starci comoda. Il piede sul sedile, accanto al sedere. La testa sul ginocchio. Gli occhi che scrutano pagine che raccontano di biglie e coperte, pastelli colorati e torte alla crema.
Tagli la città in tram, e la gente che sale alle fermate di Via Prenestina ti toglie l'aria, è come se ti salisse addosso, come se ti pestasse i piedi anche se è a un metro di distanza.
E hai voglia che qualcuno morda il tuo labbro inferiore, e lo fai tu senza nemmeno accorgertene. Fin quando non mordi tanto forte da sentire il sapore rosso del sangue.
Pensieri che rimbalzano nelle pagine stampate anni fa, occhi lucidi senza lacrime, sorriso imbarazzato come risposta allo sguardo incuriosito di uno sconosciuto.
Ma quanto ci vuole per arrivare a casa?
Giusto il tempo del tram.


(foto di James Burton)

sabato 11 ottobre 2008

corde



Oggi è così.
In preda a uno strano romanticismo.
Uomini nuovi? No.
Nostalgia di amori passati? No.

Ascolto Yohn Mayer e Sufjan Stevens, Fiona Apple e Alicia Keys.
Voci calde e chitarre acustiche.
Mani che toccano le corde giuste, soprattutto quelle dentro la mia pancia.

venerdì 10 ottobre 2008

10 ottobre 2002

Avevo 20 anni quando sono andata via di casa.
E "andar via" è proprio il termine giusto.
Io non mi sono trasferita per studiare fuori, sono andata via, e il resto è venuto dopo.
Ricordo ancora che mia madre ha accettato il mio trasferimento una mattina molto presto quando, entrando nella mia stanza, ha visto che durante la notte avevo messo la mia roba dentro alcuni cartoni.
Mio padre l'ha accettato molto tempo dopo, o forse non ancora.


Sono passati sei anni.

Sono sempre stata cocciuta e rompiscatole, dura e forte ma anche sensibile e piagnucolona.
E mi piaccio così, sempre contraddittoria, sempre troppo difficile da incasellare, a volte un po' sfuggente.
E sono cambiata senza accorgermene, e mi trovo migliore di ieri ma ancora non contenta di me stessa. Diversa nel corpo e nell'anima ma sempre in cerca d'altro. Sempre pronta a riempire altri scatoloni, prendere un altro treno e ricostruirmi una nuova vita.
E mi dimostro ogni giorno che ce la posso fare, che non permetto alle difficoltà di far sparire i miei desideri.
Perchè voglio realizzare i miei sogni per poter desiderare altro e altro ancora.

E sono ancora quella ragazzina con i sogni nel casseto, e la chiave legata al polso.

giovedì 9 ottobre 2008

Ma perchè i nomi cinesi sono così difficili da pronunciare?
Studio storia della Cina contemporanea per il prossimo esame, invito amici a pranzo e faccio merenda con il tiramisù di Pompi.

Cerco di ritrovare concentrazione, con la grinta di una che vuole spaccare il mondo, prendere tutto e portarlo con se come bagaglio.
Programmo i prossimi viaggi, ascolto voci nuove, e battibecco con le amiche al telefono.

Sono giorni strani, è così ogni volta che torno a casa, lo è ancora di più in una casa che non è ancora del tutto mia.
E speriamo che il pelato ci metta una buona parola.

mercoledì 8 ottobre 2008

Crusca


Oggi è il primo giorno di solitudine dal 23 settembre.
Mi sono dedicata a questo disastro di stanza, ai vestiti invernali che andranno buttati quasi in toto e a me stessa.
Sta arrivando l'inverno, ed è strano dormire da sola su questo futon, mica mi sono ancora abituata a dormire in mezzo, sto sempre rannicchiata nell'angolino in alto a sinistra, in posizione fetale.
Per fortuna che ci sono spesso le amiche di passaggio ad occupare l'altro angolo.
Ma che freddo fa?
Mi preparo alla prossima fiera del fumetto,con il mio fantastico pigiama di wall-e taglia 14 anni.
Ci vuole un po' di nerdume anche in casa Moccia.
E' si, per la legge del contraBBasso, per citofonare a casa mia dovete comporre il numero 238-Moccia.
Perseguitata dagli illetterati, da coloro che credono che il congiuntivo sia un vezzo e le K un segno dei tempi.
Va bene la smetto, il prossimo fidanzato, però, deve essere un membro dell'Accademia della Crusca.

lunedì 6 ottobre 2008

Insieme


Che se ne parli, se ne parli pure.
Anche se ci metto la mia faccia, anche questa volta.

Sabato c'è stato un convegno importante, uno dei primi convegni in Italia sulle problematiche legate all'obesità ed alla guarigione da questa MALATTIA.

Non ho fatto segreto della mia storia, non ho fatto segreto dei traguardi raggiunti, ma non ho mai parlato della mia battaglia.

Due giorni fa ho dovuto farlo, mi è stato chiesto di raccontarmi davanti a un pubblico, di parlare della mia storia come di un successo.
Ed io mi sono sentita come se mi avessero chiesto di rimanere su quel palco nuda lasciando che la gente mi scrutasse e mi giudicasse.

Non ricordo cosa ho detto, so di aver parlato di me, di esser riuscita a trattenere le lacrime e di aver addirittura detto qualcosa di divertente.
Forse ho colpito qualcuno al cuore, forse ho riattivato i meccanismi sopiti di qualcun altro.

E io mi sento di dirlo anche qui che si può, e che bisogna rompersi il culo ogni giorno.
E che bisogna crederci anche quando verrebbe voglia di mandare tutto a quel paese, e che bisogna sorridere alla commessa che ti chiede quando nasce il pargolo che tu non hai in pancia, e che ci vuole forza per non aprire il frigo per compensare certi vuoti, e che nessuno ci salva la vita, possiamo farlo solo noi, cercando il supporto di chi ci offre una mano per tirarci via dal baratro.

E io non sono guarita, chè forse non si guarisce mai. Ma ho imparato che il cibo non è amico nè nemico. E' nutrimento per corpo e cervello, è un piacere ma non un abbraccio.

E vorrei che anche una sola persona credesse a quel che dico, perchè per me sarebbe il premio più grande.

venerdì 3 ottobre 2008

Pirouettes



Spalle basse, braccia lievemente curve, pancia e sedere contratti.
E poi un respiro profondo, lo sguardo che fissa un punto, la spinta del piede e si inizia a girare.
Questa è la pirouette, ed il segreto è uno solo:

Fissare un punto, uno solo, e non mollarlo mai.

La testa gira poco più veloce del resto del corpo e ritrova quel punto fermo.

Io ero brava a fare le pirouettes, riuscivo a non perdere l'equilibrio, a non avere un giramento di testa alla fine.

Adesso non ci riesco più, mi gira la testa, non riesco a ritrovare il punto fermo.
E come sempre non parlo più della danza, parlo della vita.
Sono una palla pazza, mi lancio nel vuoto e rimbalzo su tutte le pareti, mi scontro contro tutti gli ostacoli fin quando non perdo energia e mi fermo.

Sguardo in avanti e puntare l'obiettivo, devo imparare nuovamente a farlo.