domenica 7 agosto 2016

A letto, nuda, con la luce arancio dei lampioni a sottolineare I contorni di questo corpo straordinariamente imperfetto, con una voce tanto familiare quanto estranea che spoglia dentro, oltre.
Non mi sono mai spogliata per un uomo, la bretella del reggiseno che scivola, lo sguardo ammiccante, l'esposizione dei glutei sfilando le mutandine, eppure non riesco a tenere addosso gli indumenti dell'anima, leggeri veli bianchi, sottili, che scivolano tra le dita.

Come se, lievi, mi sfiorassero la pelle, cadendo sul pavimento immaginario della mia vita.
Mi scopro scoperta e timida, umida di sensazioni quasi tattili, pronta a mostrarmi senza apparire ridicola.

Esiste qualcosa, dentro me, di profondamente giusto e malato, tenero e sprezzante.
Esiste un fluido dolce che mi scorre nell'anima, nella pancia, tra le gambe, mi bagna le cosce, gli occhi, le caviglie.

Da una vita mi lascio masturbare la mente, penetrare con gli occhi, leccare con la punta delle dita.

Rotolo nei desideri, stanotte.
Mi lascio avvolgere dal mio respiro prima di dormire.
Sono cosí incredibilmente giusta, certe volte, cosí perdutamente amabile, fastidiosamente odiosa, schifosamente scopabile.

Un mondo intero



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