martedì 2 ottobre 2012
PASSI. In volo Da Mosca a Tokyo
Era il tre giugno, quasi il periodo delle piogge.
Sul volo da Mosca a Tokyo ero una dei pochi occidentali presenti, l'unica a non parlare russo nonostante il colore della mia pelle.
E certo che un viaggio che inizia con un biscotto della fortuna senza biglietto dentro è un viaggio strano. E' come se dovesse portar sfiga.
Oppure come se il destino fosse tutto mio, completamente nelle mie mani, esclusivamente in mio potere.
Con la guida della mia vita tra le dita sono atterrata a Tokyo, per la seconda volta negli ultimi tre anni, lasciando a casa qualcosa di nuovo, portando con me uno zaino pieno di prestiti e cura.
Poco più di due settimane, da sola, in viaggio per il Giappone, tra bus notturni non ancora prenotati e divani sui quali dormire.
Arrivare a Tokyo, piangere sul Narita Express, tagliare la città in metro, camminare senza cartina, avvolta nelle voci che cantilenano il tanto odiato irasshaimaseeeeee, erano emozioni già conosciute. Come quel senso di oppressione inaccettabile che Tokyo mi ha sempre scatenato.
Tre anni fa sono scappata, per tornare, a casa, a una vita che ora non esiste più.
E ora scopro che tre anni fa sono tornata in parte per la vita che avevo qui, ma soprattutto perchè quella città è una casa non accogliente, un letto scomodo, un paio di calzini bucati sull'alluce, che quando li togli hai il dito blu per la mancanza di circolazione.
Il mio racconto di viaggio parte da qui.
Spero di riuscire a portarvi con me. Anche adesso, anche se è passato del tempo.
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2 commenti:
Siamo felici di accompagnarti in questa vita.. ;)
Anche io tre anni fa sono fuggito per tornare a casa...
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