Cantavo Alanis in macchina, stanotte, le canzoni di un cd che è più vecchio della ragazzina di cui mi occupo ogni giorno da otto mesi, ricordavo ancora quasi tutte le parole anche se il significato non mi era chiaro come quando ero adolescente.
Anche questo mese treni e autogrill, molte notti passate a fingere di dormire in un letto vuoto per metà per una relazione finita ma non del tutto e ancora viva, ma non a sufficienza.
Stanotte, dicevo, ridevo in macchina mentre guidavo da sola, in compagnia di quattrocento copie di un giornale, suddivise in piccoli pacchi da dieci, da consegnare in punti scelti male della periferia di una Roma ultimamente sempre bagnata.
Questo il mio nuovo lavoro, e mi immagino a dire a tutti: " beh, si, lavoro ancora nell'editoria".
Rido che quasi mi vien da piangere.
Scrivo libri senza ispirazione, non traduco da troppo tempo, imposto riviste, e consegno giornali.
E poi penso che alla fine non faccio mica la puttana.
E poi penso che forse non c'è differenza, perchè fingersi lesbica per evitare rischi quando ritiro il giornale fresco di stampa in un mondo fatto di uomini, quando mi copro il più possibile perchè non si veda nessun accenno di me, perchè quando non mostro di avere un cervello per essere ben accettata in un mondo di stupidi, io mi sto svendendo.
E per gli stessi 30 euro.
martedì 18 maggio 2010
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1 commenti:
Credo che quello che stai vivendo rappresenti quanto in basso stia scendendo la nostra civiltà, mi dispiace davvero tanto, spero che le cose svoltino al meglio quanto prima.
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