"Per un periodo quattro formaggi aveva lavorato in una pescheria.
Puliva i pesci e faceva consegne a domicilio.
Ogni giorno scaricavano delle cassette di polistirolo piende di grosse vongole.
Arrivavano vive, bastava metterle nella vasca e dopo dieci minuti tiravano fuori un lungo tubo bianco con il quale succhiavano l'acqua e l'ossigeno.
Ma era sufficiente avvicinare la punta di un coltello al guscio per farle scattare e richiudere per un'ora almeno.
Ma poi, quando si riaprivano, se le ritoccavi rimanevano chiuse solo mezz'ora.
E a furia di stuzzicarle ci si abituavano e non si chiudevano più.
A quel punto erano finite. Ci infilavi dentro la punta del coltello e le vongole, idiote, si chiudevano di scatto con tutta la lama dentro.
allora giravi la lama e il guscio si rompeva e nell'acqua usciva una nuvola marrone di carne ed escrementi.
A cosa serve il guscio se ti abituano a non usarlo?
E' meglio non averlo, allora, stare nudi, se serve solo al coltello per ucciderti.
Rino era come quella lama di coltello, Quattro formaggi ci si era abiutato e proprio per questo poteva fargli più male"
Come Dio comanda-Niccolò Ammaniti.
lunedì 26 aprile 2010
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3 commenti:
rende perfettamente l' idea... giulia
No che non l'ho ancora letto....
Nel cammino della vita e della morte dobbiamo camminare da soli; è un viaggio durante il quale conoscenza, esperienza e memoria non possono offrire alcun conforto. La mente deve essere ripulita da tutto ciò che ha afferrato nel suo bisogno di trovare certezze; i suoi dèi e le sue virtù devono essere restituiti alle società che li hanno generati. Occorre raggiungere una solitudine completa e incontaminata ..."
"On living and dying" di Jiddu Krishnamurti, Krishnamurti Foundation
vito
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