un attimo prima ero al caldo, a parlare di vita e amore con una cara vecchia amica.
un attimo dopo, come ho già raccontato, il buio. E poi la voce acuta e lontana, ovattata e irriconoscibile.
Un attimo soltanto, che invece è stato più di un minuto, una testata e poi un'altra e poi in acqua senza coscienza, tirata su da uno scricciolo di donna potente, alla quale, fatalismi a parte, devo molto, praticamente tutto.
Cos'è? il Karma?
Forse quel regalo fattomi dal destino è il motivo per cui ogni giorno, dal giorno dopo la mia non morte, sto dovendo dimostrare a me stessa che merito di essere qui.
E pensare che tutto sarebbe potuto finire lì. E pensare che tante tante volte nella mia mente è passato, questo inverno, il dubbio che in fondo non molto in questo sciocco anno sia stato degno di essere vissuto.
Eppure se ci penso un poco, al giorno della mia non morte di un anno fa alle terme di Hakone, mi rendo conto di quanto, nonostante tutto, avrei perduto in questo unico stupido anno, se la mia ronin avesse avuto un corpo comune invece di esser fatta di pietra e acqua piovana.
una testolina mezza rasata, il pavimento di legno rosso, il tocco di due estranei una sera qualunque in un locale qualunque, mani tra i miei capelli, mani tra i suoi capelli da tirare forte, gris gris e sorrisi d'avorio, le canzoni dei doors e l'odore di macchina nuova, una mattina a letto con un pianoforte che suona per me, le lacrime su un palco piccolo e lo schiocco degli schiaffi su uno grande, viaggi, viaggi, viaggi e viaggi intorno a questo piccolo grande mondo.
Sono poche le cose che hanno avuto motivo di esistere quest'anno. abbastanza da avere dato motivo di esistere a me.
Questa la mia faccia. un attimo prima. in quella vasca bollente.
sabato 6 luglio 2013
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