Pochi giorni fa questo blog ha compiuto 5 anni. Di amori altalenanti, di passioni concrete e di cambiamenti irreversibili.
5 anni di passi sull'asfalto rovente e di pioggia in faccia. Cinque anni che se mi hanno portato ad avere il viso sbattuto che ho stamani sono stati fottutamente intensi.
Qualche tempo fa pensavo che, contrariamente a quanto il mondo sembri pensare di me, se avessi dedicato allo studio e ai doveri metà del tempo che ho dedicato all'amore in ogni sua singola folle forma, sarei adesso premio nobel per qualcosa che non so.
Eppure, nonostante l'impegno non sono premio nobel di affetto. Anzi.
Com'è che mi dicevano da piccola? la bambina è intelligente ma non si applica.
In effetti non mi applicavo. Ero solo in grado di volere bene e ne volevo a pacchi, a confezioni famiglia.
Ma, probabilmente, ora, da grande, mi rendo conto di stare perdendo tempo ad applicarmi, nell'amore, senza però essere intelligente.
Lasciando che chi mi sta intorno mi intrappoli sempre in una fitta rete di interdipendenza che mi rende profondamente felice, appagando il mio bisogno di destare interesse, e mi svuota lasciando di quei pacchi d'amore, di quelle confezioni famiglia, solo scatole vuote.
E sono giorni di labbra, desideri, graffi e mani. Di occhi lucidi, teste sulle ginocchia, dita tra i capelli e parole. E pugni, musi e denti stretti.
come sempre.
forse.
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