lunedì 8 aprile 2013

che lotta solo per difendersi...

" Sally cammina per la strada senza nemmeno guardare per terra. Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra"

Passi pesanti scagliati sull'asfalto, in una lenta notte di aprile, la prima di un giorno di sole.
15 giorni senza sosta. iniziati andando via da un locale senza cappotto, finiti camminando per quasi cinque km con la musica nelle orecchie e le lacrime sulle guance. Trascorsi a combattere per la casa, con la paura di non riuscirne più ad aprire la porta, ogni singola notte, e poi scoprire, con un sospiro di potere entrare, e quindi dormire tre ore, da sola, prima di domani, e del domani successivo.

Scherzando, oggi, sono stata chiamata la leonessa. Tutto sotto controllo, pronta a ruggire al solo odore di scorrettezza, con la mandibola serrata per non mordere, e gli occhi spalancati per cogliere tutto, vedere tutto, sapere tutto.

Sono combattiva ma ho lo stomaco che è un pugno.
E sono sfinita.
Solo e soltanto sfinita.

Di tornare a casa e vedere la gente che non fa altro che screditare, sfottere, magheggiare, distruggere. E io che passo io miei giorni a costruire sono stanca di vedere i miei mattoni per terra, anche se sono pochi anche se non rendono meno solido il mio lavoro, i miei affetti.
Stanca di vedere che alla fine perdo più tempo a disattivare le bombe con le quali qualcun altro cerca di fare saltare in aria la mia vita che a viverla questa mia benedetta vita.

E oggi mi sento Sally, che quando l'ascoltavo da ragazzina era una donna in là con gli anni, stanca, disillusa e con la bellezza sfiorita di chi è troppo stanco per brillare ancora.

E invece oggi Sally sono io, a quasi 31 anni, stanca, disillusa e con la bellezza sfiorita di chi è stanco, troppo stanco per brillare ancora.

E ripenso alle scelte fatte, tutte, una per una. Da quando sono andata via di casa troppo presto. Così presto da costruirmi un futuro da leonessa, senza pace. Agli amori trascurati, alle battaglie perdute, al tempo lasciato scorrere, senza coraggio.
A ogni mano che mi ha sfiorato la schiena. A ogni volta che non sono riuscita a dire resta, qui, adesso.

Scivolo sotto alle coperte, in una delle ultime notti in cui potrò sentire il loro dolce peso sulla mia pelle nuda.
Domani costruisco un sorriso.

in fondo forse era giusto così.
forse ma forse, ma si.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

Presto tornerai a mangiare le fragole...

Lulù

Baol ha detto...

C'è anche chi smette di difendersi e per un parvenza d'amore paga un prezzo altissimo...

Personne (semplicementeBi) ha detto...

...forse la vita non è stata tutta persa, forse qualcosa si è salvato...magnifiche parole, stupenda canzone. :-)

Bi