giovedì 30 agosto 2012

romanticismo.

le fragoline di bosco, come ricordo di un passato. un passato prossimo che ovviamente non potrà essere futuro. mentre ero in Giappone, delle amiche italiane mi raccontavano che avrebbero desiderato trovare, al loro ritorno, la persona che amano con un mucchio di palloncini colorati ad accoglierle. A me è venuto da ridere che quasi sono stata maleducata. Sono così abituata a una vita senza miele che mi schifa anche la normalità, il chiamarsi "amore", il benedetto parlare al plurale, di un noi che sa di ferita, per me. mi sono così abituata a vivere senza zuccheri aggiunti, senza glutine, senza lattosio che mi sono scordata il valore di quella dolcezza che dovrebbe far parte della vita o, almeno, dell'amore. ho amato senza amore per troppo tempo, sostituendo le e-mail alle lettere, il riso alla pasta, la soia al latte, le battute alle tenerezze. sono capace di amare solo love-free. intollerante a ogni dimostrazione d'amore e di cura. un rifiuto che la mia mente ha a una cosa che in realtà non mi farebbe male. io le fragoline di bosco posso mangiarle, e posso mettere mezza bustina di zucchero di canna nel caffè, e posso accettare che mi si scostino i capelli dal viso, che mi si baci la fronte e mi si accarezzi la schiena per farmi addormentare. posso essere in grado di vivere, senza fuggire, un'appartenenza che mi appartiene. e se cado, almeno, posso pensare di averci messo tutto il bello che ho. tanto per non sentire di non avere niente di bello da donare.

venerdì 24 agosto 2012

pesche e melone

Mangio pesche e melone, col pc nuovo nella casa nuova. Life for rent, che scelta corretta ho fatto tanti anni fa nel cercare un nome a questo blog anche se, questa volta, non mi ritrovo nel testo della canzone che me l'ha suggerito. Questa volta quella che non ama non sono io. Ma l'istinto di scappare è lo stesso di quattro o cinque anni fa, far le valigie e andare, in cerca di un altro sogno di un'altra vita di un'altra pagina da voltare. Invece stavolta la spinta alla fuga è arrivata quando ero appena fuggita, da una situazione disgustosa, portandomi dietro qualcosa che ora, in questa casa nuova, mentre mangio melone e pesche, non c'è più. Il ventilatore mi scompiglia i capelli ogni notte, in questo caldo torrido snervante. Chissà come sarà l'inverno qui... While my heart is a shield and I won't let it down

domenica 19 agosto 2012

seasons

A Catania fa un caldo che si soffre. E mia madre cucina come se fosse gennaio. L'altro giorno, immersa nel trasloco, mi sono imbattuta in una delle mie scatole dei ricordi, una di quelle che contengono lettere e bigliettini di periodi ormai remoti della mia vita. Ho letto qualcosa, molto poco, visto la fragilità che mi contraddistingue in questo tempo, e qualocosa è saltato subito all'occhio. Ogni biglietto, ogni singola riga scritta per me inneggiava a questo sorriso contagioso, alla mia incontenibile allegria, al sole che mi permeava l'anima. E penso che da anni ormai mi chiamano l'algida regina dei ghiacci. Perchè rido poco, sono sempre di corsa e trafelata e stanca e insoddisfatta. Perchè per innamorarmi ci metto una vita, anche se mi rendo conto che ci metto molto meno di quanto ammetto agli altri, e questo lo sto pagando davvero caro. Perchè corro alla ricerca di qualcosa che sia in grado di rendermi felice, e mi incazzo perchè non lo sono mai. Mi chiedo:quand'è che ho cambiato stagione? Quando il sole di agosto si è trasformato in nuvoloni tutto l'anno? E perchè tutto questo è successo? E come posso a tornare a essere sorridente? mi si dice che mi serve l'amore. eppure a quanto pare anche da innamorata non sorrido abbastanza. voglio tornare a essere quella che leggo nei messaggi che la gente mi ha lasciato fino al 2005. voglio ritrovare l'estate.

domenica 12 agosto 2012

Parquet

il parquet cigola sotto i piedi nudi. cammino da sola nella mia nuova casa, un altro posto che accoglierà i frammenti della Beatrice di un tempo e la confezione di questa Beatrice nuova. Non ho molto cuore da portare lì dentro, le vicende degli ultimi mesi l'anno ridotto in pezzi più piccoli di quanto pensavo possibile. Una rapina in casa, con dei risvolti assolutamente sconvolgenti che ti fanno dubitare davvero di tutti, ora, che mettono in ballo un razzismo mai esistito, e la triste certezza di non saper scegliere chi avere intorno. E la scelta dura, in fondo, di andare a vivere da sola, scendendo a tutti i compromessi possibili, pur salvando la dignità, per potermi permettere quel monolocale a due piani che sarà per un po' casa mia e della coniglia nera. Il parquet scricchiola sotto i piedi nudi. che se ci fossero i vetri per terra, come vedevo in uno spettacolo mesi fa, forse sanguinerei meno. Ma alla fine a me il rosso piace no? quel bel rosso sangue del dolore, che è ancora più rosso quando sai che il tuo dolore è solo colpa tua, che avevi tutto e ora non hai un cazzo se non quel parquet. E te lo devi fare bastare, perchè mi dicono che di vivere vale sempre la pena anche se io, sinceramente, inizio a chiedermi perchè. E vorrei una risposta sincera che suoni meglio di un "perchè visto che sei in ballo balla" ma pare che nessuno abbia una risposta migliore di questa. Ho scoperto di essere fatta per amare e condividere. ed è il motivo per cui, cazzeggion cazzeggioni, sono 4 anni e più che scrivo di amore, che condivido con chi mi legge cosa passa attraverso questa specie di cuore fallato incluso nel prezzo di questo buffo pacco che sono. Avrete nuove foto di scatoloni e case. avrete racconti nuovi. il blog riapre. la sua creatrice non crede di poter sopravvivere senza. a domani.