lunedì 27 giugno 2011

I haven't really ever found a place that I call home



Quanti anni sono passati? Quanto tempo fa questo blog ha trovato il suo nome? La sua grafica fatta di geta pronti da indossare o fermi lì davanti alla porta di casa?
Casa.
Che stramba parola.
Quando ascoltando Life For Rent di Dido, quel giorno decisi che la vita in affitto era proprio la mia, una vita nella quale di mio non c'era davvero niente, nella quale tutto era di passaggio, non sarei mai stata in grado di immaginare che adesso, anni dopo, tre o quattro anni dopo, niente sarebbe stato diverso.
Vivo ancora in affitto, e non solo perchè non posso permettermi un mutuo.
Vivo ancora in affitto perchè niente è casa per me, non più il posto in cui sono nata, non più quel mare, quegli odori, quella luce, nè il posto nel quale dormicchio tutte le notti, quel letto a soppalco che da un po' è la mia cuccia sul tetto, che se nei primi giorni mi sembrava incontaminata ora è sporca di me e dei miei incubi.
E oggi, con una coinquilina nuova e deliziosa che sta portando le sue cose nella stanza che c'è oltre la cucina, che con tutta la sua buona volontà sta cercando di rendere questa una casa anche mia, oggi, dicevo, guardo al disordine nella mia stanza con la parete arancio, l'ennesimo posto che non mi appartiene in questa vita da zingara sedentaria.

E quindi cerco di dare un posto a tutto, di chiudere in un armadio tutti i vestiti che non sarò io a indossare, di cercare la disposizione giusta per le mie mille cose inutili che dovrei semplicemente eliminare.

Che poi la guardo questa stanza senza capo nè coda, questa vita senza capo nè coda,
piena di cose inutili, tutte di facile prestito, alle quali tengo meno del dovuto.
Cose di tutti e di nessuno.
Cose che sembrano stare qui per caso, perchè sono a giorni alterni la persona che le usa.
Cos nothing I have is trouly mine.

1 commenti:

Za-la-mort ha detto...

sarà il tuo posto a trovare te. La vita funziona così.