sabato 21 novembre 2009

caramelle


Mentre tornavo a casa, pochi minuti fa, mi sono piovuti addosso decine di incarti colorati di caramelle alla frutta. E mi sono trovata a ridere, per la prima volta dopo giorni, per il bambino che immagino intento a svuotare il cestino di caramelle che la mamma tiene in salotto per gli ospiti credendo che gettare le cartacce giù dalla finestra sia un modo tattico per eliminare le prove del misfatto che lo metterà nei guai domattina.
Mi sorprendo di essere ancora capace di sorridere di queste cose.
Sorprendo la mia testa a costruire storie d'altri tempi, e mi lascio trascinare via dalle mie invenzioni.
E forse è questo che mi salva in questo periodo di merda nel quale ho sempre addosso un peso, duro e freddo, che mi impedisce di camminare veloce.
La stanchezza ha preso possesso di me, vivo una vita per la quale non vale la pena fare questa fatica.
Eppure non posso andare via, volare, scappare ancora.
Questa volta ho deciso che sarò io a restare, chi vuole condividere la vita con me è il benvenuto, che c'è spazio per tutti, gli altri non l'avranno vinta.
Scappo da sempre.
Oggi resto.
Fin quando mi pioveranno addosso carte di caramella io resto.

domenica 8 novembre 2009

al bar

Seduta al tavolino di un bar in centro, con delle calze viola da stupida e una quantità imbarazzante di borse e borsette sotto la sedia, mangio una ciotola di frutta.
La gente intorno mi sorride e io mi chiedo quale faccia buffa faccio per meritare di vedere così tanti denti.
Di fronte a me una coppia ha attirato la mia attenzione. Ho addirittura spostato il pc in modo da poterli osservare senza che loro sentano i miei occhi addosso.

Lui ha un'età indefinita tra i 65 e i 75 anni, romano borghese, probabilmente ex professionista in pensione, con abiti un poco fuori moda ma di buon taglio e la fede della moglie, secondo me morta, ancora al dito.
Lei è meno vecchia, avrà 50 anni, ma forse è una di quelle quarantenni alle quali la vita ha dato o tolto tutto troppo in fretta. E' certamente est europea, ha i denti d'oro, vestiti di scarsa qualità, un viso da topina e il corpo di chi ha sempre mangiato troppo poco.
Divora un dolce gigante, e beve a grandi sorsi un cappuccino. Mi da la sensazione di essere affamata, mangia e sorride.
Ma sorride al dolce non a lui.

Parlano di normalità, con lunghi silenzi.
Lei finisce il dolce, lui le chiede se ne vuole un'altro, lei dice si.
Arriva un enorme dolce pannoso e lei come una bambina ci immerge le dita e poi lo addenta.
Ride come una bambina mettendo in mostra tanti denti d'oro quanto povera dovrà esser stata la sua vita.

Lui si ferma, la guarda, sorride.
Dice: “Sei Felice?”
Lei risponde: “Forse”

E in questo scambio tutto un mondo, tanto che a me mi ci vien da piangere.
E sti cazzi se sono una coppia d'amanti, se sono amici,.se sono marito e moglie o se lui è un porco e lei una vecchia puttana.
A me frega niente.
Lei sorride, anche se solo per un attimo.
E ora sorride a me, senza sapere che sto scrivendo di lei.

La loro merenda è finita.
Lui chiede il conto e lei impila i piatti con un gesto naturale che mostra abitudini antiche.
Vanno via, non si toccano ma camminano con passo uguale.

Io resto qui a scrivere e aspettare.

lunedì 2 novembre 2009

primo giorno d.L. (dopo Lucca)

Con io micropc poggiato sulla pancia, le finestre di msn aperte, le gambe che pulsano e la testa stanca.
Eccomi al ritorno dalla mia seconda Lucca Comics.
Stancante come la prima, meno emozionante, più produttiva.
Lucca è lo struscio della domenica sera, in un piccolo centro da cinquemila anime,dove tutti conoscono tutti.
Se parli con una persona del settore mai vista prima, per la legge dei sette gradi di separazione, probabilmente è amica di qualcuno con cui hai trombato.
Il che rende ogni conoscenza un'esperienza più unica che rara.
Resta che a parte i sorrisi di circostanza e le strette di mano professionali, a parte la scelta del look giusto al momento giusto, io mi sento sempre allegramente fuori da quel mondo che mi assorbe.

Quindi svuoto la valigia e metto a lavare panni sporchi,nuovi incarichi, amicizie da ristrutturare e modernariato di valore, sentimenti poco espressi, e dolori che vengono fuori senza che io possa contenerli.
Ho sorriso meno dello scorso anno ma sono stata più felice.
Perchè per me a Lucca c'era un po' di calore e non solo quello del sole.