mercoledì 7 ottobre 2009

mancanza


Sono stati necessari un paio di giorni di decompressione per riuscire a buttare giù questo post.
Prima di tornare in Italia mi chiedevo cosa mi sarebbe mancato del paese del sol levante e cosa no, ma non riuscivo a risalire a una risposta sensata.

Detestavo l'odore di brodo di pesce fin dalle prime ore del mattino, le file per entrare in metro, il bip fastidioso delle macchinette automatiche per l'acquisto dei biglietti.
Detesterò per sempre "irasshaimase", il benvenuto che sa di mercato urlato da stupide commesse con vocine squillanti.
Detestavo i palazzi e i neon, l'assenza di silenzio e l'indifferenza, il sentirmi sempre diversa ma ugualmente ignorata.

E ora vorrei pranzare a scuola con il kareudon, prendere il bento dallo zozzone che fa lo sconto di 50 yen, sentire il legno sulle labbra invece del metallo freddo.
E mi mancano le corse in bici, le mattine assonnate con le amiche, i musi e i sorrisi, le domeniche in cerca di cose nuove da fare, gli amici alcolizzati, la stanchezza dell'aver parlato 4 lingue per tutto il giorno.

Sono scappata in preda all'agitazione, ero stanca e stressata, forse pure un poco delusa.
Ma ora del Giappone mi manca tanto.
Ora mi manca un nuovo sogno al quale aggrapparmi.

12 commenti:

Lady Cocca ha detto...

Il problema è che vorremmo sempre essere ovunque, in ogni istante..

Baol ha detto...

Sono sicuro che troverai altri sogni, anche io che sto per andare via da Milano, dove ho passato un anno, so che molte cose mi mancheranno ma nella vita si fanno delle scelte e proprio perchè sono scelte, implicano una rinuncia ed una conquista.

Comunque i tuoi post sono così belli che mai avrei detto che li scrivi con i piedi :D

Asal ha detto...

il tuo sogno alla fine te lo stai costruendo, anche ora, se ci pensi.
Io non vedrei tutto nell ottica della conclusione

beatrice ha detto...

Lady: io più degli altri.

Baol: scrivo con i piedi e anche col culo a volte(ops, signorina gigliuto, la prego, un po' di eleganza!)

Asal: non vedo la conclusione, ma cerco una luce lontana da rincorrere, sono fatta così.

melalgiorno ha detto...

Dire di aver capito forse è troppo, ma ho sentito aria di delusione, o di esaurimento dell'ispirazione di un tempo: Giappone, un sogno da sostituire?

MarcoS. ha detto...

Datti tempo e un altro sogno lo trovi.

Anonimo ha detto...

A volte i sogni sono ciò che più ci allontana da noi stessi.

Lulù

Anonimo ha detto...

Credo che tu, come me, sia alla costante ricerca di qualcosa. Spesso investiamo tutto in un sogno, un'idea, un progetto. Viviamo nell'attesa. Quando lo realizziamo..l'amaro in bocca ci fa capire che non è giusto vivere nel ricordo.
Io ho capito che l'insoddisfazione che ci spinge ad avere sempre una meta davanti è la paura di fermarsi per davvero. Nel presente. Perchè stando fermi, concentrati solo sull'istante presente, non si può fare a meno di guardarsi dentro. E il Giappone, con le sue filosofie e le sue storie, qs l'ha capito da secoli. Un abbraccio.
Roberta.

beatrice ha detto...

Lulù: penso che sia proprio il contrario, i sogni sono quello che mi avvicina di più a quello che sono.

Roberta: sono sempre in cerca di qualcosa da desiderare.
Non c'è niente di meglio che raggiungere un traguardo e avere già un'altra cosa da rincorrere.

Za-la-mort ha detto...

Qualcosa manca sempre, Bea. E' proprio la mancanza che ci spinge a cercare, a fare un altro passo verso il mondo: la mancanza è fisiologica ;)

lula ha detto...

i sogni sono l'eroina. e tutto manca sempre da dietro alla spalla. soprattutto le cose più rumorose, maledette.

che gnocca che sei in quella foto.

Baol ha detto...

Hehehehehe....ora però dovresti postare una foto con cui dimostri che scrivi anche con quello...

Non si preoccupi dell'eleganza, signora Gigliuto, non sono certo un'educanda io, quando vorrà fare una gara di insulti mi contatti :D