mercoledì 17 giugno 2009

in corsa


Arranco.
Tra treni e aerei.
Voglia di ricevere e necessità di dare.
E mi trovo circondata da richieste d'attenzione, da bisogni, da desideri.
E mi faccio in 4 per dormire in un letto singolo in una casa non mia, baciare nasi e passare dita tra capelli brizzolati.
E rispondere al telefono, nonostante tutto, e coccolare e condividere come se niente fosse successo, aspettando che la cicatrice diventi trasparende.
E ieri ho provato pure a fingere di non aver sentito la punta del coltello, ho sorriso e ho chiuso gli occhi per non far vedere che diventavano lucidi.
Sono stata la solita Wonder Woman, quella che non chiede, quella che non ha bisogno.
Ma un paio d'ore dopo ho capito che non era giusto, che così non si costruisce niente.
E l'ho messa in mostra la gocciolina di sangue lasciata dalla punta affilata.
E l'ho leccata via, perchè sono ancora l'unica che hai il potere di guarire le ferite.
Questi giorni fanno male.
Alla pancia e al cuore.

3 commenti:

Andrea Del Campo ha detto...

"sempre" più brizzolati aggiungerei...e lo so che forse avresti bisogno di un momento per te stessa, e meno delle solite mille cose da fare nello stesso momento...ma tu dai il meglio di te quando sei al massimo dei giri. e lo sarai.

beatrice ha detto...

Andrea: mi sembra una scusa per tenermi sempre al massimo dei giri. Qualche volta, forse, sarebbe carino offrirmi un posto nel quale riposare, anche se probabilmente lo rifiuterei.

Andrea Del Campo ha detto...

forse è una scusa, ma forse è la verità...è questione di ritmo più che altro.
e poi tu lo sai dov'è casa, qui.
e ti ci puoi riposare come e quando vuoi senza chiedere il permesso, lo sai.