venerdì 6 marzo 2009

lost in translation


Ci ho riprovato dopo sei anni.
Ho pensato che forse a 20 anni non fossi ancora pronta per capire un film di questo genere, ho pensato che il file di pessima qualità avesse inciso sulla godibilità del film e sarcazzo.
E inveca dopo aver rivisto Lost in translation sono giunta alla conclusione che mi fa cagare.
Mi chiedo perchè abbia avuto tutto questo successo.
Probabilmente non tocca la mia sensibilità o cozza con la mia cultura da nippotraduttrice(rubo il neologismo creato dall'amica Stefania).
L'ho trovato noioso, a tratti snervante con picchi di detestabilità.
Pieno di luoghi comuni. Con il Fujiyama(Vi prego, non chiamatelo monte Fujiyama. E' come dire monte Fuji monte. ok?) che entra inspiegabilmente dentro il finestrino dello shinkansen mentre la biondissima e popputa protagonista si sposta da Tokyo a Kyoto.
Giapponesi scatenati usciti direttamente da un video dei Pizzicato Five, che parlano tantissimo per esprimere concetti semplici.
Insomma abbiamo preso Tokyo e i suoi abitanti, ne abbiamo fatto un circo e ci abbiamo messo dentro un attore in disuso e una starlette ancora acerba, creando tra loro la giusta tensione sessuale che ci tiene davanti allo schermo per 105 minuti nella speranza(o nella paura)di vederla sciogliere in un un limone duro.
Niente da fare. Magari ci riprovo tra sei anni.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo. Pienamente.
La Coppola non ha ancora rifatto nulla all'altezza delle Vergini Suicide..

Muxu, D.

Anonimo ha detto...

A me non era dispiaciuto, per quanto non mi fosse sembrato un capolavoro.

La "potagonista" è Scarlett Johansson in versione bresciana ?
(perdonami la puronanopignoleria :-) ).

beatrice ha detto...

Pnv: edito subitissimissimo!

D: Mi piacciono le atmosfere ovattate di quel film, che sono in parte riprese anche in questo ma per il resto trovo poco da salvare.

Anonimo ha detto...

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una tempesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mai amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento.

alda merini

vito

ps in realtà è un'entrata in ritardo volevo metterla nel post precedente poi ho visto la degenerazione ma comunque credo che certe parole si scelgono gli spazi

Cavuccio ha detto...

io l'ho sempre lì pronto per essere visto appena non se ne parlerà più...

Anonimo ha detto...

Pure io ho guardato due volte Lost in Translation. Dopo averlo lasciato a metà (diciamo che ho guardato solo 20min) la prima volta perché ero annoiata, la seconda volta mi sono detta "Mo' te lo guardi perché se ha avuto tutto quel successo un motivo ci sarà!". Il motivo non l'ho ancora capito.
Peraltro a me della Coppola non è piaciuto nemmeno le Vergini Suicide, pensa te...

Anonimo ha detto...

io ne ho 43 di anni e mi sembra un film ridicolo