venerdì 21 novembre 2008

coperte

Qualche linea di febbre, i piedi scalzi, un treno perso e una casa silenziosa.
Che ci sono giornate che prendono strade inattese, che ci sono giorni nei quali manderesti a puttane tutte le tue idee e rimarresti sotto il piumone.
E invece ti alzi e ti vesti, come sempre.
Torni a lavorare, e attendi con le fitte allo stomaco i commenti sulla prima parte di un lavoro che è più di quel che sembra.
E la voglia di tornare nella tua terra d' origine è meno di zero, che casa è il posto nel quale vorresti rimanere per sempre non quello dal quale non vedi l'ora di scappare tutte le volte.
Fa freddo, il primo freddo romano è sempre sconvolgente, perchè cambia completamente l'aspetto della città.
Vado a riscaldarmi sotto le coperte.
Diverse da quelle di ieri, diverse da quelle di domani.

9 commenti:

digito ergo sum ha detto...

le coperte. belle. sempre diverse. vero?

Elena ha detto...

Sono ancora più belle se... qualcuno ti scalda il cuore!

beatrice ha detto...

Digido: soprattutto se soffici.

Elena: quella è la cosa più difficile.

intrigantipassioni ha detto...

.... sono a -8, io... :-)
Mi sa che e' meglio da te :-)

Anonimo ha detto...

Ganbatte per il lavoro! A volte è più dura di quel che sembra, ma vuoi mettere com'è consolante avere sotto gli occhi tutta quella kawaiinaggine?! (sì, un uccellino mi ha raccontato cosa stai facendo... ^___^)

Asal ha detto...

piccolina dai che le soddisfazioni sono li dietro l' angolo e lo sai anche tu in cuor tuo

lula ha detto...

è il retro della medaglia delle coperte sempre diverse. da un lato è meraviglioso, dall'altro a volte avremmo bisogno di molto di più. e va beh, si prende quel che si può. ti voglio bene, piccola mia.

Anonimo ha detto...

Tristezze della luna
Charles Baudelaire

Nei suoi sogni la luna è più pigra, stasera:
come una bella donna su guanciali profondi,
che carezzi con mano disattenta e leggera
prima d'addormentarsi i suoi seni rotondi,

lei su un serico dorso di molli aeree nevi
moribonda s'estenua in perduti languori,
con gli occhi seguitando la apparizioni lievi
che sbocciano nel cielo come candidi fiori.

Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
nottambulo raccatta con mistico fervore

nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente come scheggia d'opale.
e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.

beatrice ha detto...

Intrigantipassioni: qui +16 pure troppo!

Stefy: grazie, veramente grazie, sono emozionata e contenta. Ma sta andando bene, e andrà sempre meglio ne sono certa!

Asal: le percepisco ma non riesco a vederle!

Lula: desiderare sempre di più è nella mia indole. Non so e non voglio occontentarmi!

Anonimo: Splendida poesia, deliziosa presenza.
Grazie.