venerdì 28 marzo 2008

il passo del gambero


Come si chiamava quel gioco che si faceva da bambini?
Quello in cui qualcuno ti ordinava di fare un certo numero di passi di un animale?
Che memoria flebile.
Ricordo solo il passo del gambero:un passetto avanti e due indietro.

Ho ricevuto tanti input che mi hanno portato a riflettere sull'amore,sarà la primavera.

Mi ha molto colpito la vignetta di Canemucca che ho postato(GRAZIE).
Mi sono resa conto di aver provato per anni a camminare ad un passo che non era mio.
In fondo una paperella può adattarsi a camminare sulla terraferma.
Può rinunciare a delle cose,seppur fondamentali,almeno fin quando non si rende conto che non può esser per sempre,ma mai potra camminare alla stessa velocità di un coniglio.
Le possibilità sono quindi due: o uno corre e l'altro rallenta,e la cosa implica uno sforzo non sempre tollerabile per entrambi,oppure dopo un po' di tempo ci si troverà distanti,uno dei due avrà percorso un cammino maggiore o,per lo meno,diverso da quello dell'altro.


Io non sono stata papera nè coniglio in questi anni.
Sarei voluta essere lepre ed invece sono stata gambero...un passo avanti e due indietro.


Ed adesso non so cosa voglio.Forse attendo che siano gli altri ad avvicinarmi o,forse, senza rendermene conto, mi sto lanciando senza paracadute nella speranza di non ritrovarmi spiaccicata al suolo.

Da ragazzina rimasi molto colpita da un brano de "Il Simposio" di Platone.

"Nel principio, tre erano i sessi dell'uomo, non due, il maschio e la femmina, come ora: ce n'era un terzo che aveva in sé i caratteri degli altri due, ma che oggi è scomparso e del quale resta soltanto il nome: l'andrògino. Esso, infatti, era un essere a sé stante che, nell'aspetto esteriore e nel nome, aveva dell'uno e dell'altro, cioè, del maschio e della femmina; oggi, ripeto, non resta che il nome che, per di più, ha un significato infamante. Inoltre, la figura di questo essere umano era arrotondata, dorso e fianchi formavano come un cerchio; aveva quattro mani e quattro erano pure le gambe; aveva anche due facce, piantate su un collo anch'esso rotondo, completamente uguali e attaccate, in senso opposto, a un unico cranio; aveva quattro orecchie, doppi gli organi genitali e, da tutto questo, possiamo immaginarci il resto."


">gli uomini furono divisi in due, ma ecco che ciascuna metà desiderava ricongiungersi all'altra; si abbracciavano, restavano fortemente avvinti e, nel desiderio di ricongiungersi nuovamente, si lasciavano morire di fame e di accidia, non volendo far più nulla, divise com'erano, l'una dall'altra. Quando, poi, una delle due metà, moriva, quella rimasta in vita, se ne cercava un'altra e le si avvinghiava, sia che le capitasse una metà di sesso femminile (che oggi noi chiamiamo propriamente donna) che una di sesso maschile; e così, morivano. Allora Giove, impietosito, ricorse a un nuovo espediente: spostò il loro sesso sul davanti; prima, infatti, l'avevano dalla parte esterna e generavano e si riproducevano non unendosi tra loro, ma alla terra, come le cicale. Dunque, trasferì questi organi sul davanti e, così facendo, rese possibile la procreazione attraverso l'unione del maschio nella femmina; lo scopo era quello di far generare e di perpetuare la specie grazie a un simile accoppiamento tra maschio e femmina; se, invece, l'unione fosse stata fra maschi, dopo un po' sarebbe venuta sazietà da questo connubio e così, una volta separatisi, sarebbero potuti ritornare al lavoro e alle altre cure della vita. Da tempi remoti, quindi, è innato negli uomini il reciproco amore che li riconduce alle origini e che di due esseri cerca di farne uno solo risanando, così, l'umana natura."Ho cercato qualche giorno fa il testo,e rileggendolo molti anni dopo ne ho colto sfumature che non avrei potuto cogliere a 15 anni.

Escludendo tutte le allusioni del Simposio all'amore omosessuale(che,inspiegabilmente, erano state accuratamente tagliate dai brani che studiavo al Liceo)mi sono accorta che non c'è solo il romanticismo che io avevo visto in quegli anni.

Adesso, mi colpisce la spasmodica e dolorosa ricerca di qualcuno che ci completi,quella voglia di ritrovarsi schiena contro schiena,alleati,sapendo che non ci si farà del male.
Quel desiderio di riscoprirsi esseri a tuttotondo,capaci di far qualunque cosa insieme.

Schiena contro schiena,come quando ci si trova a dormire nello stesso letto,voltati,e si sente il calore delle due schiene che si toccano che si diffonde in tutto il corpo.
Una sensazione di benessere assoluto.

E forse io mi aspetto questo.
Non aspetto la perfezione,aspetto solo quel calore.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

è un posto bellissimo. specie per chi, come me che ti leggo, un po' papero, un po' coniglio lo è stato, a seconda delle circostanze.

Elena ha detto...

emozionante...
per anni sono sempre stata gambero,sbagliando!
adesso mi sento un po' papera...mi mancherà l'acqua???chissà!

Silvia ha detto...

Che bello il brano di Platone...

E' vero quel calore che dici è una delle sensazioni più belle che esistano, di quelle che quando le provi stai talmente bene che stenti a credere sia vero.

Fantastico post!

MarcoS. ha detto...

molto bello come brano. e molto vero.

beatrice ha detto...

onorata di emozionarvi!